FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
Nella tradizione biblica il monte è il luogo della rivelazione di Dio, è in esso che Dio si rivela. Questa volta Gesù non chiama ma prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni. Questa scelta di Gesù vuole dirci che la rivelazione di Dio avviene nella nostra vita partendo da un suo desiderio di rivelarsi a noi, ma anche di lasciarci condurre da Lui. Non è possibile ricevere la luce di Gesù se non ci si lascia condurre da Lui in disparte, sull’alto monte. Se al tempo di Mosè ed Elia, Dio si rivela con le parole, Gesù, attraverso la sua Trasfigurazione, ci mostra la sua identità divina in quella umana.
Oggi Gesù non ci invita solo a salire sul monte mostrandoci quale sarà il nostro destino finale, ma ci ricorda che occorre scendere a valle dove ci attende la vita di ogni giorno. Lì siamo chiamati a dare la nostra testimonianza di discepoli.
Come possiamo anche noi essere luce nella vita dell’altro? Come riusciamo a portare la luce di questo incontro con il volto trasfigurato di Cristo nel mondo?
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Sarebbe opportuno domandarci se non stiamo anche noi ragionando come Pietro, che dopo questa bella esperienza, vuole rimanere lì.
Pietro disse a Gesù: Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia.
E sì, carissimo Pietro, ti capisco! Dopo l’incontro con Gesù Trasfigurato è abbastanza comodo se ognuno rimanesse nella sua tenda, pensando solamente al proprio benestare. Ma la Trasfigurazione di Gesù è solo un evento che ci mostra il traguardo di un lungo cammino che bisogna percorrere nella valle della vita, insieme! Dobbiamo essere capaci di vedere nel viso del fratello il volto di Cristo che si trasfigura davanti a noi.
Quando vogliamo ascoltare e dialogare con una persona dobbiamo cercare di raggiungere il suo punto più alto, che è il cuore. Salire sul monte del cuore dell’altro non è facile. Il cuore di ogni persona è uno spazio “sacro” nel quale si deve entrare a piedi scalzi.
Se per Pietro, Giacomo e Giovanni contemplare Gesù trasfigurato è stato anche un momento di paura, nella nostra quotidianità non è diverso. Contemplare il volto di Gesù, che davanti a noi si trasfigura, nel fratello o nella sorella, con il “racconto” della loro vita, molte volte ci lascia con la faccia a terra. Come è bello, dopo un incontro intenso, sentire l’altro che ti dice: Alzati e non temere! Se si sollevano gli occhi si vede nel viso dell’altro Gesù.
Esiste un monte così alto, che si chiama “cuore”, ed è proprio lì che Gesù vuole portarci e incontrarci. C’è un grande bisogno di salire su questo monte e addentrarci in profondità!
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Se il monte nella bibbia è il luogo della manifestazione di Dio, Gesù oggi ci dice che per vedere il suo viso trasfigurato bisogna scendere dal monte e andare prima incontro all’altro. La Trasfigurazione di Gesù oggi non avviene nel monte, ma nelle “periferie” del mondo. Bisogna scendere dal monte delle nostre comode “sicurezze spirituali” e vivere sino in fondo la nostra missione in mezzo agli uomini, con coraggio e speranza. Per Gesù non è tanto importante raccontare cosa abbiamo visto: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Gesù ci invita a vivere nella quotidianità, da veri discepoli, la sequela e la missione, portando anche noi sulle spalle la nostra croce.
Solo così potremo vivere la nostra Pasqua risorgendo con Lui a vita nuova.
Mt 17, 1-9 | Suor Jakeline Nogueira 15 kb 1 downloads
FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE …Suor Jakeline Nogueira
Istituto Figlie di Maria Immacolata – Roma