Suor Jakeline Nogueira – Commento al Vangelo del 14 Maggio 2023

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Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

Il Vangelo che la Chiesa ci propone in questa VI Domenica di Pasqua é breve ma pieno di significato. È il modo in cui Dio, attraverso Gesù, dichiara il suo amore per poi compierlo pienamente nel gesto del dono totale di sé. Gesù fa una promessa ai suoi discepoli: “non vi lasceró orfani”.

Nell’Antico Testamento gli orfani fanno parte delle categorie più deboli e indifese. Gesù promette ai suoi discepoli di stare sempre accanto a loro con il suo Spirito.

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Domenica scorsa Gesù esortava i suoi  discepoli a non avere il cuore turbato, di avere fede in Dio ma anche in Lui. Oggi Gesù dice ai suoi, di amarlo di vero cuore e como sempre ci indica in quale forma: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.” Gesù è chiaro quando dice ai discepoli che si ama Lui e il Padre solo attraverso opere e gesti concreti. Gesù come garanzia dice che pregherà ai Padre di mandare uno che è protettore, difensore, intercessore lo Spirito della verità.

Non è la prima volta che Gesù parla che osservare i comandamenti significa amare come Lui ha amato. Solo rimanendo in questa relazione di  amore possiamo avere la vita eterna. Nel Vangelo di Matteo, quando gli si pone la domanda: «Qual è il più grande comandamento della Legge?» Gesù risponde: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti». Gesù ci ricorda che Il Decalogo deve essere interpretato alla luce di questo duplice ed unico comandamento della carità che è la pienezza della Legge.

Nel Vangelo di Luca un dottore della Legge per metterlo alla prova gli chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Non c’è vita senza amore.

Quella promessa che Gesù fa di mandare un altro Paraclito perché “rimanga con voi per sempre”, è lo stesso Spirito di Gesù che ci dà la forza e la capacità di amare come Lui ha amato.

Il dono dello Spirito Santo, che noi celebriamo nel giorno di Pentecoste, è il giorno della nascita della Chiesa.

Con la Pentecoste, infatti, inizia la Missione della Chiesa che è la stessa di Gesù.

Se nel Battesimo diventiamo figli nel Figlio, nella Pentecoste diventiamo Apostoli, Missionari dello stesso Amore che abbiamo ricevuto da Gesù.

Vivere il nostro Battesimo significa, perciò, essere consapevoli che Gesù vive e opera in noi e noi viviamo e operiamo in Lui.

Gesù vuole aiutarci a capire che l’Amore non è qualcosa che si spiega con parole o ragionamenti ma è qualcosa che si vive e basta.

Suor Jakeline Nogueira
Istituto Figlie di Maria Immacolata – Roma