Suor Chiara Curzel – Commento al Vangelo del 19 Marzo 2023

715

Nella IV domenica di Quaresima dell’anno A si legge il lungo brano che, a partire dalla guarigione del cieco nato, ci coinvolge nelle discussioni attorno all’identità di Gesù (Gv 9,1-41). Ne riportiamo qui solo l’inizio, versetti 1-7.

Della luce del sole abbiamo bisogno per vedere i fatti, le persone, gli eventi, ma è innegabile che non è la sola luce di cui abbiamo bisogno. C’è un’altra luce, tutta interiore, che ci serve per comprendere, perché quegli eventi non rimangano muti e oscuri, ma siano portatori di significato e motivino le scelte della vita.

Verso la luce

In questo lungo brano del capitolo 9 di Giovanni il fatto in sé è molto semplice e descritto in pochi abili tratti: Gesù sputò per terrafece del fango con la salivaspalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse di andare a lavarsi nella piscinaquegli andòsi lavò e tornò che ci vedeva.

- Pubblicità -

La rapidità e la semplicità di questa catena di azioni contrasta però con la lunghezza e la complessità dei vari dialoghi che seguono, tra dubbi, ironia, ostinazione, slanci di entusiasmo e il coinvolgimento progressivo di un numero sempre maggiore di persone che tentano di comprendere quello che è successo.

Il cieco è invitato a spiegarlo più volte, vengono chiamati a testimoniare i genitori, si aggiunge il parere di coloro che lo avevano visto mendicare, mentre giudei e farisei cercano di interpretare quel fatto straordinario attingendo alle loro conoscenze religiose.

I fatti non sono così univoci, così chiari come potrebbe sembrare ed è spesso un’illusione quella di pensare che essi mostrino un’unica verità e indichino un’unica strada. Anche sui fatti viene la notte, quella del timore di sbagliare o del dubbio di aver capito male, dell’ansia per quello che potrebbe accadere dopo e della fatica nel sostenere e attraversare una realtà complessa.

La guarigione del cieco dovrebbe portare gioia e stupore per il miracolo, per una luce ritrovata; porta, invece, confusione e disorientamento, dà inizio a un processo interpretativo che richiede impegno, costanza, discussione, pazienza, confronto, memoria e responsabilità.

Il cieco stesso ha bisogno di tempo e di un nuovo incontro con Gesù per leggere e riconoscere quello che gli è successo, ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a capire che cosa comporta per lui ora il dono che ha ricevuto. […]


Continua a leggere il commento su “Settimana News“.

La foto di suor Chiara proviene dal sito “Parrocchie Lago di Caldonazzo