Uno dei libri più conosciuti e diffusi della spiritualità ortodossa, i Racconti di un pellegrino russo, pubblicato nel 1881 a Kazan’, è anche uncapolavoro della letteratura di tutti i tempi. Ne parliamo in questa puntata con il monaco della Comunità di Bose, Adalberto Mainardi, che ha curato una nuova traduzione del testo.
La peculiarità del nostro testo: sorgere all’incrocio tra una figura popolare tipica della tradizione russa – quella del pellegrino, della Russia pellegrina, che dal medioevo ai tempi recenti caratterizza una delle costanti della spiritualità di questo popolo – e la tradizione ascetica della chiesa d’Oriente, che parla della preghiera interiore, della bellezza spirituale, del regno di Dio che è dentro di voi e che costituisce la trama nascosta dei nostri racconti.
(Adalberto Mainardi dall’introduzione di Racconti di un pellegrino russo)
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Libri:
- Racconti di un pellegrino russo, introduzione di Antonio Rigo, a cura di Adalberto Mainardi,
- Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose, 2005
- Anonimo russo, La via di un pellegrino, Adelphi, Milano, 1998
- Racconti di un pellegrino russo, traduzione dal russo di Milli Martinelli, introduzione di Cristina Campo, Rusconi
Per misericordia di Dio sono uomo e cristiano, per opere gran peccatore, per vocazione pellegrino senza dimora, del ceto più umile, che va forestiero di luogo in luogo. I miei averi sono: una bisaccia di pan biscotto sulle spalle, e in seno la Sacra Bibbia, ecco tutto.