Mai come in questo periodo sentiamo il bisogno di essere ristorati dalla prova, da questo peso della pandemia! La Parola di oggi ci invita a ricevere questo ristoro solo da Dio, nella persona di Gesù che è il nostro Ristoro. Tutte le pesantezze della vita, qualsiasi esse siano, quelle personali, quelle intime… anche quelle che viviamo nella nostra società, possono trovare un punto di stabilità, possono sentire la rugiada della serenità solo se le affidiamo, le consegniamo al cuore di Gesù, che tutto sa, tutto vede, tutto può, a tutto provvede.
Non è una panacea per mettere olio sulle nostre piaghe, sui nostri tormenti, sulle nostre angosce… ma è la speranza Cristiana quella vera, quella che come dice Isaia oggi nella prima lettura, ti fa mettere le ali, ti fa volare, ti fa camminare senza stancarti. È facile stancarsi sotto il peso della prova come quello che tutti stiamo vivendo. Siamo già stanchi di questa pandemia e non sappiamo ancora quando ne usciremo perché stiamo ancora in mezzo al guado, ma l’unica risposta ci viene da una fede matura.
Riporre la nostra speranza di essere ristoranti, liberati, di alleggerire il peso della nostra spalla in Gesù, colui che viene, è venuto, e verrà. Gesù ci può togliere il peso della nostra angoscia ridandoci ali di speranza, facendoci vivere la prova nella pace. E ci concede ristoro con il suo amore. Allora tutto diviene leggero, sopportabile:il sentirsi amati e sicuri nelle mani di Dio attraverso Gesù ci aiuta a reggere il peso della vita nei suoi momenti più duri. Ma bisogna chiudere aiuto al Signore come dei mendicanti… Come persone che sanno di essere impotenti di fronte a situazioni che li superano. Questa è l’umiltà richiesta da Gesù.
La pandemia ci invita ad essere umili, cioè consapevoli che da soli non possiamo nulla. Ci invita ad essere responsabili e non arroganti… Anche questa è umiltà. Quanto dobbiamo imparare alla scuola di Gesù! Che questa Parola oggi ci convinca ad andare verso Gesù, ad essere ristoranti perché abbiamo capito che siamo poveri e bisognosi del suo aiuto. Ci aiuti a comprendere cosa significhi essere umili e miti come Gesù. Non è una teoria, ma è un fatto concreto.
Dimostrabile ogni giorno a livello personale e collettivo con la nostra responsabilità di fronte alla possibilità di contagiare altri o essere contagiati. È segno di umiltà obbedire alle regole che ci vengono imposte… Mentre è segno di arroganza respingere o pensare che siano un complotto… É segno di umiltà rimanere in casa il più possibile per evitare la trasmissione del virus piuttosto che andarsene in giro sfidando questo nemico invisibile e causando danni agli altri. Ecco la concretezza dell’umiltà che diventa mitezza quando il peso della prova ci lascia nella pace. Alla scuola di Gesù c’è posto per tutti. Sr Palmarita Guida
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade