È uno dei cosiddetti “sommari ” di Marco, dove in poche battute viene raccontata l’attività evangelizzatrice di Gesù senza far ricorso ad una scena principale. Tra una sponda e l’altra del lago di Tiberiade Gesù svolge la maggior parte della sua attività di evangelizzazione. E la gente lo riconosce subito ormai e accorre per essere guarita e liberata. Ovunque egli passava, la folla lo raggiungeva:piazze, città, villaggi , spiaggia , campagna…
Ma è intetessante l’altro particolare di Marco, che cioè la folla gli toccava almeno il mantello per essere guarita.
Noi siamo in grado oggi di riconoscere Gesù nella nostra vita, nella società un cui viviamo ? Egli passa sempre perché è vivo. Egli è sulla sponda delle nostre vite , del nostro tran tran quotidiano delle nostre periferie, ed è li perché lo possiamo riconoscere e toccare. Egli si fa riconoscere come vuole…
Sta a noi avere gli occhi aperti. Ma bisogna toccarlo, cioè fare esperienza intima di lui, non vederlo in cartolina. Egli passa nella mia vita così com’è, anzi dimora in me. I miei occhi lo vedono? Il mio cuore lo tocca? E come si fa a riconoscere Gesù se non si ha il desiderio di incontrarlo, e a toccarlo se non si prega ? Il desiderio è già preghiera , diceva il grande Agostino.
Allora occhi aperti a saperlo riconoscere e ad allungare la nostra mano per toccarlo con amore. Ieri sera è passato in TV da Fazio. L’abbiamo riconosciuto?
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade