Il Vangelo lo abbiamo ascoltato domenica scorsa. La parola chiave di questo vangelo è “rimanere” e Gesù lo fa comprendere con la bellissima immagine della vite e i suoi tralci che sono un tutt’uno. La vita e non può sussistere senza senza tralci e viceversa. E questa simbiosi tra noi e il Signore Gesù è l’essenza del vero essere cristiani, per cui o si rimane in Cristo e si è cristiani oppure non si rimane in Cristo e non lo si è.
Questa affermazione di Gesù e anche questa similitudine e tranchant, nel senso che divide veramente un prima da un dopo: un prima di aver incontrato Gesù nella nostra vita e un dopo. E si può rimanere nel suo amore solo lasciandosi purificare e potare dalla sua Parola che ci tira fuori dal nostro egoismo e ci apre il cuore alle dimensioni di quello di Dio.
Solo rimanendo uniti al Figlio potremmo dare Gloria a Dio cioè manifestare la presenza di Dio nella nostra vita diventando discepoli e questo cammino di discepolato è un cammino di fecondità dove diamo senso non solo alla nostra vita, ma anche alla vita di chi ci avvicina. Molte domande questa pagina ci pone, la prima: Ma io rimango ogni giorno qualsiasi cosa accada, unito al risorto che mi abita? Ma io mi posso dire veramente di discepolo di Gesù?
E infine, quale fecondità in tanti anni di Fede anche praticata, io ho portato? Quali sono i frutti concreti che gli altri hanno visto e hanno potuto gustare di me?
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade