Il vangelo di Marco ci rivela piano piano l’identità di Gesù. È il Vangelo che risponde alla domanda: Chi è Gesù? nei primi 8 capitoli, nella seconda parte, alla domanda: Chi è il discepolo di Gesù? Bene, in questa prima parte Gesù ci svela la sua identità e nel suo insegnamento al tempio cita questo Salmo dove si parla di Davide che si inchina di fronte a un suo successore che sarà il re dell’universo e quindi fa riferimento proprio a questa profezia.
Gesù discende da Davide perché Giuseppe fa parte della casa di Davide ma è il figlio del falegname e questo manda in confusione soprattutto gli scribi che cercano, attraverso la scrittura, di poter capire, conoscere chi è e quando verrà il Messia. Gesù li corregge dalla loro miope interpretazione. Il Messia non sarà più un Messia politico, come loro aspettavano, l’immagine di Davide, un grande re… Ma sarà il figlio del falegname che è il figlio di Dio. Essi non riescono a riconoscerlo. Eppure anche i salmi hanno parlato di Gesù nella loro visione profetica. Quindi Gesù è figlio di Davide ma è anche il figlio di Dio per cui è superiore a Davide e a tutta la sua discendenza.
Questo brano ci aiuta a correggere i nostri pregiudizi su Dio e sulle persone. Molte volte per comprendere una persona vogliamo andare a fondo e capire le sue radici: chi sono i suoi genitori, la sua famiglia, i suoi parenti… Da dove viene questa persona… mentre questo può essere un aiuto a comprendere una persona, non ci deve fermare lì altrimenti diventa un pregiudizio perché ogni persona vale per quello che è e non per le radici che ha o per il suo passato. Ogni persona sviluppa la propria vocazione per quella che è come Gesù l’ha sviluppata come figlio di Dio non si è fermato al dato scritturistico e non solo è il discendente di Davide ma è il figlio di Dio e in quella veste che gli scribi e tutti i Giudei avrebbero dovuto riconoscerlo.
Il pregiudizio molte volte ci chiude gli occhi, ci tarpa le ali sulla bellezza e sulla originalità della vocazione e della personalità di ciascuno di noi e questo fa sì che si chiudono o si sviliscono molti rapporti interpersonali. Nei confronti di Dio noi sappiamo che Gesù è il figlio di Dio, Gesù è il nostro Redentore colui che ci ha riscattati per sempre dalla morte eterna è il nostro fratello maggiore. Ma è nella sua umanità che scopriamo la sua divinità, quindi dobbiamo proprio partire da su essere figlio del falegname, carpentiere lui stesso, per riuscire a comprendere come nella sua umanità abbia trovato posto l’espressione della sua divinità.
E così per noi: nella nostra umanità ci sono i semi della Santità di ciascuno di noi con le luci e con le ombre, semi di Santità che dobbiamo scoprire semi di bellezza che dobbiamo recuperare per poter vedere nel volto di ciascuno di noi il volto di un figlio di dio. Ma il testo ci aiuta a leggere e meditare la Scrittura nella verità e sotto l’azione dello Spirito. Nessuna Scrittura è soggetta a privata interpretazione. Attenti ai pregiudizi! Ci possono far perdere la posta in gioco:la nostra santità.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade