Quanto è difficile accettare la diversità del modo di fare degli altri anche in ambito religioso e spirituale! Questa pagina del Vangelo c’è lo attesta nella domanda dei farisei a Gesù: i suoi discepoli non si comportano come i discepoli di Giovanni e neanche come i loro discepoli. Escono fuori dallo status quo, escono fuori dalle righe e chiedono il perché.
Essi identificano le loro pratiche religiose con la religione. Gesù invece scardina questo concetto dicendo che le pratiche religiose non servono a nulla se non conducono verso la relazione fondante che è quella con lo Sposo e per far comprendere questa rinascita mentale e del cuore porta loro la parabola degli otri nuovi e degli occhi vecchi ripieni di vino il vino nuovo.
È proprio la novità che ha portato Gesù entrando nel mondo, la novità dell’amore, di un rapporto di amore con Dio non formale, porta a un cambiamento completo di mentalità. Una mentalità vecchia, chiusa, obsoleta, rigida… non può mai accogliere la novità di Dio e il suo amore, la sua perenne freschezza e giovinezza. La novità si nutre della creatività di Dio.
Rimanere aperti alla creatività di Dio anche nel modo di vivere la propria fede è questo che il Signore ci chiede. Le novità di Dio sono sempre concepite dallo spirito di Dio e in ultima analisi allora bisogna rimanere aperti al suo Spirito che ci indica continuamente le strade vecchie e nuove per relazionarci con lui nell’amore.
Quanto le mie pratiche religiose ostacolano il rapporto sponsale con Gesù e mi chiudono la porta alla sua novità del suo amore perennemente giovane e creativo? In che modo devo rinascere al suo Amore?
Le novità dello Spirito di Dio non si nutrono di stereotipi.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade