Gesù ha la certezza di ciò che gli accadrà : deve morire a causa dello staff religioso del suo tempo e poi risorgere. Prima volta che i discepoli sentono una cosa del genere… E Gesù la ripete più volte. Ne è convinto. Lo sa e lo accetta. Ciò di cui non è convinto è SE i suoi discepoli lo seguiranno su quella via. Infatti il SE è ipotetico. Potranno farlo o meno. A loro la scelta.
Se sceglieranno di soffrire e morire per annunciare il vangelo li aspetta la certezza della resurrezione. Se non sceglieranno quella via perderanno anche la loro umanità . Gesù li lascia liberi di decidere. Se sceglieranno la via del Maestro, per suo amore, diventeranno come lui, uomini liberi. Uomini capaci di donare la vita per amore. La croce è lo strumento che ci consente di morire a noi stessi per risorgere in Lui. Non è finalizzata alla sola morte. Ci fa risorgere. Gesù l’ha sperimentato. Non è una teoria o una favola.
Perdere se stessi, d’altra parte, è la più grande disgrazia che ci può capitare. Stiamo vedendo in questi giorni un uomo che nel pianeta cerca di arricchirsi conquistando terre altrui … Ma sta perdendo se stesso:un fallito.
Questa pagina oggi ci fa riflettere ponendoci la domanda anche a noi. Perché perdere se stessi? Perché rischiare il fallimento, quando Gesù ci ha consegnato la sua certezza, divenuta un fatto:la sua morte e resurrezione? Vittoria garantita. Sta tutto in quel SE. E tocca a noi decidere. Cosa scegliamo di essere dei vincenti per il mondo o dei falliti davanti a Dio?
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade