È la preghiera sacerdotale di conclusione del suo iter terreno. L’ultimo dei discorsi di addio di Gesù che rivolge questa volta al Padre non più ai suoi discepoli. Al quale si affida per l’ultima volta certo che non lo abbandonerà, anzi proprio nell’ora che lo attende che è quella della morte, il Padre rivelerà il suo amore verso il suo figlio glorificando lo cioè facendolo risorgere per sempre e manifestando così il suo amore a tutta l’umanità. È una preghiera che Gesù fa carica di pace, di fiducia e di abbandono.
Egli ha compiuto la sua missione, ha fatto conoscere ai suoi l’amore di Dio e continuerà a pregare per l’umanità. Non prega per il mondo né per lo spirito del mondo. Gesù ha a cuore la salvezza dell’umanità per questo ha preso carne nel grembo di Maria e ha portato a termine la sua missione facendo conoscere l’amore di Dio a questa umanità dispersa, lontana, il cui peccato è proprio il rifiuto di Dio. Gesù prega ancora oggi per ciascuno di noi, per la nostra salvezza, per la nostra redenzione e lo fa attraverso il suo spirito che ci abita, il suo Spirito che lo manifesta a noi.
Accogliamo il suo Spirito che ci rende sempre più simili a Gesù perché è lo spirito di verità. Ringraziamo il Signore Gesù che di fronte alla prova e alla conclusione della sua vita con la morte ignominiosa non ci ha abbandonati, ha portato la sua missione fino in fondo, perché ha dato la vita per noi fino alla fine. Impariamo da Gesù ad amare sino in fondo costi quel che costi: ed è in questo tipo di amore che si manifesta Dio amore in noi e attraverso di noi. Un amore a puntate, un amore incompiuto, non è l’amore di Dio in noi. Chiediamo oggi al Signore di aiutarci ad amare, come ha amato noi fino in fondo, i nostri fratelli, dando la vita per ciascuno di loro.
Siamo figli dello stesso Padre: in questo sta l’amore, conoscere l’amore di Dio che Gesù ci ha rivelato.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade