È bello questo Gesù che ha un grande equilibrio non solo interiore ma cultuale. Possiamo definirlo oggi un “moderato” nel senso che è attaccato alla Tradizione, alle radici e nello stesso tempo è un “progressista” perché guarda avanti e vede nelle radici le ali del futuro.
Le due cose non sono mai separate, per questo Gesù guarisce il lebbroso perché è toccato dalla compassione della sua supplica, ma non lo stesso tempo lo raccorda con le sue origini, con la Legge per questo lo manda dal sacerdote a verificare cioè nel miracolo ottenuto questa verifica diventa anche testimonianza dell’opera di Gesù nel mondo.
Quanto è importante oggi l’equilibrio, una sorta di temperanza e di armonia tra il l’antico e il nuovo, tra ciò che ci ha preceduto e ciò che ci seguirà. Anche nella fede è importante affondare le radici nel nostro passato, nella nostra storia per sviluppare poi rami e alberi che toccano il cielo, per avere uno sguardo aperto verso l’orizzonte. Mai rinchiudersi nel passato e mai sognare solo ad occhi aperti il futuro senza ancorarlo alla passato! Gesù non era venuto ad abolire la Legge, lo aveva ben detto, ma a dare pieno compimento, a dare pieno senso.
E qual è il senso della legge se non l’amore? Allora quel gesto di amore che Gesù ha fatto nei confronti del lebbroso ridandogli la vita, rimettendolo nella società con la sua dignità di persona, questo amore va rivelato, va testimoniato, va creduto e autenticato. Ecco il senso della Legge che trova pieno compimento nell’amore.
Pagina di grande insegnamento per noi oggi: il lebbroso ci aiuta a chiedere a Dio la nostra guarigione e Dio ci insegna a radicarci nella nostra storia e stirpe spirituale che contiene già i germi di santità e di portarli a compimento.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade