Con questo passo evangelico siamo alla chiusura del discorso della Montagna che abbiamo già visto ieri, e Matteo lo chiude con l’accento sulla preghiera di richiesta che è in fin dei conti una ricerca. La vera preghiera è ricercare il volto di Dio nascosto nel nostro quotidiano, sapendo di trovarlo. Il problema è che molte volte noi lo cerchiamo questo Dio nella preghiera secondo il nostro immaginario, secondo lo schema mentale che ci siamo fatti di Dio e spesso non lo troviamo, perché non corrisponde alle nostre aspettative.
Invece cercare Dio nella preghiera ogni giorno significa rimanere aperti alle sue sorprese, alla sua imprevedibilità, a quello che lui è, “altro” in pratica, da noi. E allora questa preghiera verrà certamente esaudita, cioè certamente il Signore si lascerà trovare e ci raggiungerà nei nostri bisogni o nel nostro bisogno di essere amati perché lui sa tutto di noi: è nostro Padre. In questo sta la volontà di Dio: cercare Dio che è amore nel nostro quotidiano, per entrare nella sua volontà di bene per noi.
La preghiera è sempre, per essere vera, una ricerca della volontà di Dio e non della nostra volontà. E allora Gesù chiude questo discorso con la famosa regola d’oro: Non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te. Cioè la legge dell’amore che compendia tutto l’Antico Testamento, per dire che la ricerca della volontà di Dio nella preghiera ci apre all’amore vero verso gli altri.
Non c’è una preghiera vera verso Dio se questa non mi apre all’amore vero verso i miei fratelli. C’è da meditare abbastanza per oggi sulla qualità della mia preghiera, sulla mia ricerca quotidiana di Dio e su come la mia preghiera mi apra all’amore verso gli altri.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade