Nomen est omen dicevano gli antichi. Cioè il nome è un presagio, indica un destino. Giovanni significa Dio ha usato misericordia. Quale nome più appropriato per Elisabetta sterile?
E questo lo capisce bene proprio Elisabetta che in modo risoluto ha capito la novità di vita di Dio e inizia ad accoglierla obbedendo al suo volere. L’angelo messaggero di Dio aveva indicato a Zaccaria il nome del bambino: Giovanni.
E quando Zaccaria obbedisce a Dio gli si scioglie la lingua ritorna a parlare. Quando Dio entra nella nostra sterilità di vita, nel nostro vuoto e non senso, porta la sua novità che è vita, misericordia, amore.
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Se lo cogliamo non possiamo fare a meno di obbedirgli e allora diventeremo donne e uomini di benedizione come fu Elisabetta per Maria, indicheremo agli altri dove abita Gesù… Come fece Giovanni il precursore.
Oggi la nascita dell’ultimo profeta dell’AT, ci invita a riflettere sull’azione di misericordia che Dio ha avuto nella nostra vita, a come essere anche noi indicatori di Cristo per gli altri, come entrare nella novità di vita di Dio a cui nulla è impossibile.
Dio ci ha tessuto nel grembo di nostra madre pensando già alla nostra missione terrena. Scopriamola e incarniamola… E saremo luce per il mondo, benedizione per chi ci incontra.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade