Tra tutti coloro che lo seguivano, Gesù ne sceglie dodici. Lo fa dopo aver pregato da solo, sul monte, di fronte a suo Padre. Non sappiamo i criteri della scelta. Sappiamo i nomi di chi è stato scelto. Tra questi c’è Giuda, che lo ha tradito consegnandolo ai Romani.
Ma ci sono anche Pietro, che lo ha rinnegato, e gli altri che lo hanno abbandonato sotto la croce e sono fuggiti. E c’è Giovanni, che invece gli sarà fedele sino alla morte. Questo ci fa capire che Gesù non chiama a sé i migliori, ma legge nel cuore di chi sceglie le potenzialità inespresse per essere suo testimone.
Ci fa capire anche il gioco di libertà tra chi chiama e chi è chiamato. Questi è libero di rispondere alla chiamata di Gesù a diventare suo intimo (stare con Lui) con un sì fedele e non privo di difficoltà… oppure può essere libero di tradire Gesù. Lo vediamo ogni giorno, anche dalla recente cronaca.
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E poi c’è un tradimento pubblico, palese a tutti, ed uno segreto, personale, che solo Dio sa, perché rivestito di ipocrisia religiosa. La nostra storia d’amore con Dio è intreccio di due libertà: la sua e la nostra. Nella sua libertà, Dio chiama sempre e a tutte le ore. Pone gli occhi su qualcuno in particolare perché sia suo intimo.
Se capissimo il grande valore di questa scelta e l’onore che comporta, non esiteremmo a dirgli di sì e a seguirlo con tutto il cuore. E la vita così diventa missione, cioè mandato. Quello di annunciare l’amore e di guarire dal non amore. Liberare ogni uomo da sé stesso e dal male per farlo incontrare con l’amore.
Mi sento chiamato a questo dal giorno del mio battesimo? Desidero l’intimità con Gesù, la cerco, la curo? Tutto questo è già risposta alla chiamata. Il resto viene di conseguenza.
E infine… quel Giuda. Non potrei essere anche io?.
Sr Palmarita Guida
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade