Gesù vuole capire come viene compreso, recepito , visto, dalla gente. E lo chiede ai discepoli. Lo stava pensando nella sua preghiera, mentre rivedeva tutta la sua missione. I discepoli gli rispondono che per la gente è un profeta.
Loro sapevano del chiacchiericcio, umori, riflessioni della gente che conoscevano bene. Ma Gesù va ancora più a fondo nella questione. Chiede proprio ai suoi che hanno lasciato tutto per seguirlo, che idea si sono fatti di lui. Insomma chi stanno seguendo. Per chi hanno lasciato tutto? Pietro risponde a nome di tutti e centra la sua identità :è l’unto di Dio. Il consacrato di Dio. I discepoli hanno capito che Gesù è qualcosa di più che un profeta… Ma ancora non hanno capito tutto di Lui.
Gesù allora intima di non rivelare ciò che avevano compreso e apre loro gli occhi sulla vera comprensione della sua messianicità: un Messia apparentemente perdente, ma che risorge dopo morte. Parole strane per loro. Non capiranno.
Non strane per noi. Noi sappiamo bene chi è Gesù. Lo sappiamo da 2000 e passa anni. Il nostro problema è se lo abbiamo accolto nel cuore da risorto, se ci ha cambiato la vita la sua frequentazione. È questo ciò che dobbiamo capire, oggi.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade