Gesù di fronte ai farisei rimarca la sua netta differenza tra sé e il mondo. Egli viene da un altro mondo, è di un altro mondo, rispetto agli uomini, alle sue creature… Noi siamo della terra, impastati di terra, creature finite. Gesù è il volto misericordioso di Dio che ha preso carne ma è il totalmente “altro” da noi.
In Gesù Dio ha accorciato questa distanza perché ci ha dato la possibilità di divinizzarci, di entrare nei Cieli, di entrare nel suo mondo e di cominciare a gustare la sua pace, il suo amore, la sua gioia. Che cosa bisogna fare per ottenere questo? Solo credere che Gesù è il Figlio di Dio che può operare tutto questo in me, ma mi lascia libero di accoglierlo o meno nella mia vita, di abbandonarmi o meno alla sua azione, libero di lasciarlo operare in me la mia rinascita.
Il Crocifisso mi parla di questo amore che è sempre con me, che mi rende unito inscindibilmente al Padre come lui lo è stato. La croce è lo strumento di unificazione di questo amore. Guardiamo al Crocifisso per imparare a non fare nulla da noi stessi e per noi stessi, per parlare con le parole che l’amore ci insegna, per essere graditi al Padre il quale non ci lascia soli nella via della vita, ma ci ha dato il Figlio dal giorno del Battesimo per rimanere uniti a Lui.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade