Da cosa dipende la fecondità di un seme? Questa la parabola ce lo dice chiaramente: dalle condizioni attraverso le quali questo seme è accolto e quindi può germogliare.
Il seme è la Parola di Dio che ogni giorno la chiesa ci dona. Quale cura abbiamo di far germogliare questo piccolo seme che è portatore sempre di vita? La caratteristica del seme è di custodire in sé un potenziale di vita che viene elargito a chi sa prendersene cura. Il seme diventa anche la vita di ciascuno di noi e la nostra stessa persona.
Ognuno di noi è un seme che viene seminato nel solco di questa terra per un certo periodo di tempo… viene seminato per dare vita per portare frutto, cioè per tradurre l’amore di Dio in gesti e fatti concreti di carità. Anche io sono un potenziale di vita ovunque io mi trovi, con chiunque io mi trovi… Qual è la percentuale della mia fecondità Il 30%, il 10%, il 70%, il 100%?
Da che cosa dipende questa mia fecondità e questa proporzione? Cosa impedisce di dare il massimo della mia vita a questa umanità? I santi hanno dato il 100% ma si è capito dopo la loro morte: una fecondità piena, voluta e sofferta perché non c’è seme che possa portare frutto se non si spacca e muore e macera nell’humus della terra.
La nostra fecondità è pari alla nostra capacità di morire a noi stessi in un completo abbandono alla terra della nostra umiltà e pochezza: è lì che Dio può fare i suoi prodigi. È nella nostra debolezza che si rivela la sua potenza!
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade