Gesù si rivela vincitore sul male. E lo fa in questa circostanza un po’ infastidito a causa della incredulità dei discepoli che non sono riusciti a scacciare il demonio da un ragazzo. Gesù avrebbe voluto che i suoi discepoli l’avessero fatto. Ma è stato deluso! Tuttavia si lascia commuovere da quel padre che gli racconta tutta la storia dolorosa del figlio.
Gesù lo invita a credere e quell’uomo accetta la sfida riconoscendo la sua piccola fede che somiglia tanto a quella dei discepoli. La liberazione avviene e i descepoli con vergogna chiedono al Maestro il perché del loro insuccesso. Non sanno pregare perché non hanno fede abbastanza. Il male si scaccia dalla nostra vita solo con la potenza della fede che si concretizza nella preghiera ardente. Per cui la lotta è spirituale. Non ci sono tecniche per debellare il male dentro di noi.
Quanto ci appartiene questa lotta spirituale ? Quali sono le armi che adottiamo nella preghiera? E badiamo bene:la preghiera, non le preghiere. Non le devozioni, le cantilene…tolgono il male, ma la preghiera del cuore che supplica fiducioso nella vittoria dello Spirito di Dio sul male che ci attanaglia. Una preghiera intrisa di fede che sposta le montagne. Questa è la potenza che scaturisce dalla preghiera. Ma poi dobbiamo chiederci un’altra cosa: con il male che c’è dentro di me magari da tanto tempo…
Ci sto bene? Mi sono assuefatto? Perché se è così nessuno mi può liberare. A volte siamo conniventi con il male che ci abita. E non ci facciamo caso. Ma al momento opportuno essi si rivela, esce dal nostro cuore e inquina l’aria e chi ci circonda. Per liberarci dal male dobbiamo pregare incessantemente e chiederlo a Dio come facciamo con la preghiera che Gesù ci ha insegnato:liberaci dal maligno! E se lo chiediamo con fede il Signore lo farà.
Il male ci girerà intorno come leone ruggente, ma non ci potrà mai attaccare. La nostra preghiera lo tiene a distanza.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade