Una delle pagine più conosciute del vangelo e la meno praticata. Sì perché è difficile rinunciare a giudicare gli altri. È più facile non giudicare se stessi. E che cosa ci porta a giudicare gli altri? Il nostro modo di guardare ciò che è fuori di noi. È lì il problema. Il mio sguardo verso gli altri è limpido oppure contaminato da invidia, gelosia, ignoranza, rabbia, rancore, vendetta…?
La nostra incapacità di vedere l’altro per ciò che è veramente, con la sua storia è la nostra trave. Cioè ci oscura la vista. Siamo al buio quando giudichiamo gli altri. Per questo il Signore dirà anche che se il tuo occhio è limpido tutto il tuo corpo è nella luce. Se è grave giudicare gli altri, è più grave ancora quando lo facciamo senza conoscerli profondamente, o per sentito dire. E le conseguenze del giudizio sono due essenzialmente:uccidere l’altro nella sua dignità di fratello/sorella e perdere noi stessi la possibilità di essere perdonati da Dio.
Chi giudica l’altro, dice Gesù è un ipocrita cioè non è nella verità perché il cuore e la vita dell’altro li conosce solo Dio. E allora come si fa? Dobbiamo chiedere la grazia di astenerci da ogni giudizio perché questo tocca la persona e la uccide. Dobbiamo valutare le situazioni, fatti, cose….altrimenti non potremmo usare il discernimento necessario per vivere, ma io giudizio gratuito tocca la persona, e questo fa la differenza.
Se non vuoi essere giudicato da Dio non giudicare nessuno. Guardiamoci dentro e vediamo quanta tenebra c’è in noi che non ci fa vedere l’altro per quello che è veramente. Oggi rifletto su quanto è facile per me giudicare gli altri, sugli effetti del mio giudizio.
E provo anche a ricordare come mi sono sentito io quando gli altri mi hanno giudicato per quello che non sono. Chiedo al Signore misericordia per me e per loro.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade