Gesù nel Vangelo odierno ci consegna una mini parabola sulla necessità di capire le proprie responsabilità di fronte a Dio. Chi ha ricevuto molto da lui, molto deve dare. Cioè chi lo ha conosciuto da vicino, in carne ed ossa, come il gruppo dei discepoli, ha una responsabilità più grande rispetto a chi non lo ha conosciuto.
Detto anche in altre maniere, chi conosce la volontà di Dio e non la compie è più responsabile di chi non la conosce.I cristiani “praticanti”…sono più responsabili di chi è lontano da Dio o non lo conosce. Tutti saremo giudicati sull’amore, alla fine della vita, ma chi si è professato cristiano e non ha praticato l’amore deve rispondere maggiormente al Signore, rispetto all’ateo o allo gnostico/indifferente di oggi.
La parabola Gesù la dice proprio ai suoi discepoli…anche se Pietro fa lo gnorri…e gli chiede: ma questo lo dici per noi o per tutti? Sa benissimo che la dice per loro e per i discepoli di tutti i tempi. Chi più ha ricevuto dal Signore in termini di luce, sapienza, amore, grazia….più deve donare agli altri.
Un secondo criterio della parabola è che non si vive di rendita nel cristianesimo: ogni giorno il Signore viene, si rende presente e si fa conoscere. Come lo accogliamo? Il Battesimo da solo, non serve a salvarci. Quindi è necessario stare svegli, vegliare, non abbassare la guardia di fronte all’impegno cristiano di amore e testimonianza. Lo hanno fatto i santi. Perché noi no?
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade