La chiave per comprendere questo passo così lontano dalla nostra mentalità di questo vangelo è proprio la domanda finale: Sei invidioso perché io sono buono? Questa domanda ci fa comprendere la distanza che c’è tra il nostro modo di pensare e di agire e quello di DIO.
La bontà di Dio è la sua misericordia per questo il Signore chiama al suo amore sempre, fino all’ultimo istante della nostra vita, e la retribuzione è l’amore stesso… è la ricompensa di averlo incontrato è una piena felicità. Possiamo incontrare davvero l’amore di Dio nella nostra vita sempre, non è precluso alcun momento, alcuna nostra condizione, alcun peccato…
Il Signore è lì pronto a farsi conoscere, pronto ad abbracciarci, pronto a rivelarci i misteri e i segreti di una vita felice perché centrata sull’amore, una vita che ha riconosciuto questo amore infinito per ciascuno di noi. Quando si riconosce questo amore allora si sceglie di vivere per Dio, con Dio, e in Dio.
La nostra mentalità retributiva, commerciale, economica… non può comprendere il modo di agire e pensare di Dio. Ed ecco la ribellione degli altri operai che si sentono trattati ingiustamente! E dentro questo rancore, questa rabbia c’è davvero l’invidia per una bontà che noi non riusciamo a comprendere che è lontana dalla nostra portata: la bontà di Dio.
Oggi chiediamo al Signore questa bontà. Farci la grazia di comprendere un po’ di questa grande sua bontà e Misericordia che scende su ogni creatura. E forse, saremo anche più felici e conosceremo il vero Dio. Non quello che ci siamo inventati noi. Quello del Vangelo di Gesù.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade