Gesù dona la sua pace. Il maligno ce la toglie. Il mondo ci dà una falsa pace. La nostra vita si gioca su questa triade. A volte gustiamo la pace del Signore, altre volte la perdiamo perché il maligno ce la ruba con pensieri negativi, preoccupazioni, ansie, tentazioni, impedimenti…altre volte ancora sperimentiamo la pace effimera che il mondo offre, quella che dura poco e non tocca il cuore nel profondo ma solo la mente e le emozioni.
Intanto qui Gesù ci dice che la pace che lui ci dona sostituisce la sua presenza, perché Lui se ne va, ritorna al Padre. Per cui sperimentare la sua pace significa renderlo presente nella nostra vita. Quando sperimentiamo la pace, dono del risorto dobbiamo pensare che quella pace è costata il sangue di Gesù. Non è una pace a buon prezzo. Chi vuole la pace del risorto allora deve passare attraverso le proprie ferite che diventano feritoie piene di Luce.
Ma dobbiamo stare attenti a non farcela rubare la pace del risorto dal maligno che sta sempre in agguato per farlo. E dobbiamo stare attenti anche alla pace effimera del mondo che è una panacea, un sonnifero, che ci illude di possedere la vera pace. La pace di Cristo invece nasce da un cuore piagato che ha imparato ad amare. Nasce dopo aver perdonato di cuore chi ci ha fatto del male, quando ci affidiamo a Dio nelle nostre fragilità e avversità della vita, quando risorgiamo dalle ceneri del nostro orgoglio ferito.
La pace di Gesù è dono e conquista. Si irradia come Luce in chi la possiede.
Oggi mi chiedo quanto possiedo la pace del risorto e quanto quella pace mi possiede.
Quando me la faccio rubare dal maligno e perché?
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade