Ieri abbiamo assistito alla guarigione del cieco, oggi il vangelo ci presenta un altro cieco, questa volta spirituale:Zaccheo. Anche lui non riesce a vedere. Non vede se stesso e la dignità che ha perso con il suo lavoro di strozzino. Un uomo arricchito ma povero allo stesso tempo. Tuttavia nel suo cuore c’è un desiderio:vedere Gesù.
E Gesù coglie questo suo desiderio e gli ridona la vista del cuore. Anche Gesù desidera vedere Zaccheo per questo alza gli occhi verso i rami del sicomoro e lo invita a scendere cioè a fare un cammino di discesa nel suo essere. Quello sguardo e soprattutto l’invito di Gesù ad entrare nella sua casa, disarma Zaccheo e lo riempie di gioia.
Finalmente qualcuno che ha stima di lui! Lui che era disprezzato da tutti. E non è una persona qualunque, è un profeta. Zaccheo si è sentito accolto da Gesù per ciò che era, per questo lo accoglie nella sua casa con gioia e lì avviene la sua piena conversione. Come Gesù, da ricco che era si fece povero, così questo pubblico peccatore si fa povero distribuendo il suo patrimonio ai poveri e a coloro che ha frodato. Il cammino di discesa, di spoliazione è completo. Ora Zaccheo è rinato.
Anche lui è figlio di Abramo, cioè appartiene alla stirpe spirituale di chi ha avuto fede in Dio, per questo la salvezza gli appartiene. Ognuno di noi è Zaccheo. Abbiamo impedimenti personali che non ci fanno vedere il Signore che passa nella nostra giornata, nella nostra casa, cioè la nostra bassa statura morale o spirituale e ci sono anche impedimenti esterni a noi che vorrebbero, come quella folla, impedirci un vero rapporto con Gesù. Ma l’audacia e la genialità di Zaccheo sta nel salire sull’albero.
Sfidare gli impedimenti per esaudire il desiderio del suo cuore. Quali sono gli strumenti che scelgo per “salire” nell’incontro con Gesù? Quali impedimenti mi trattengono dal vedere Gesù ? Di che cosa mi devo spogliare nel mio cammino di sequela di Gesù? Egli è venuto a cercare chi è perduto. È venuto a cercarmi. Lo voglio incontrare sul serio? La mia vita si ribalterebbe come quella di Zaccheo, e sarebbe riempita di gioia, quella vera, quella che solo la comunione con Dio può dare.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade