Qualche giorno fa abbiamo assistito alla guarigione istantanea del sordo muto. Oggi abbiamo la guarigione di un cieco.
In tutti e due i casi Gesù porta in disparte la persona e utilizza la saliva come mezzo di guarigione. Cioè ci mette se stesso in quel procedimento, la sua vita. La saliva è costituita da acqua e sale, cioè purifica ciò che tocca. Era consuetudine pensare ad una azione guaritrice della saliva.
Se quel sordo muto potevano essere noi, così è del cieco. Gesù viene a guarirci dalla nostra cecità e lo fa purificando la vista del nostro cuore, il modo di discernere che abbiamo, perché anche qui, tutto proviene dal nostro interno. Io vedo ciò che il cuore mi fa vedere. Se il mio cuore è nel buio vedrò tutto buio. Se il mio cuore è cattivo vedrò tutto cattivo…
Quante volte abbiamo giudicato gli altri in modo negativo, magari allontanandoli dalla nostra vita, perché il nostro cuore era pieno di rabbia, rancore… O semplicemente perché non abbiamo saputo discernere bene il comportamento dell’altro, condannandolo subito. Eh sì, il cuore inganna. Bisogna ripulirlo. Per questo Gesù guarisce quell’uomo in due tempi e lo invita a dire ciò che vede con gli occhi spalmati di saliva. È la prima azione purificatrice che la Parola compie dinanzi alla nostra cecità.
Poi bisogna continuare il contatto con Gesù per essere guariti del tutto. Lasciandosi toccare da Gesù nell’eucarestia. Perché Egli è rimasto con noi lì presente. Per vedere tutto in Dio. Solo i cuori purificati sanno vedere tutto in Dio. Cioè sanno vedere le cose, persone, situazioni, nell’amore e valutarle attraverso l’amore.
Oggi questo cieco siamo ciascuno di noi. Chiediamo al Signore di guarirci la vista del cuore, per vedere tutto e tutti in Lui.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade