Gesù molto spesso parlando con i discepoli o come in questo caso soprattutto con gli scribi e i Farisei ama prendere in prestito degli aneddoti dove ci sono due figure, due personaggi opposti… come in questo caso, i due figli ma anche come nella parabola del figliol prodigo in altre parabole ancora… questo per mettere l’uditore di fronte ad una scelta: a chi somigliare dei due ma anche per capire quanto i due personaggi così contraddittori vivono dentro colui che ascolta.
In questo caso Gesù sta parlando con gli scribi e Farisei dicendo in pratica che ci sono due tipi di comportamenti nei confronti di Dio: chi fa la sua volontà cioè chi è intimo, suo familiare per davvero, e chi invece lo dice ma non lo fa nella concretezza, e porta l’esempio della predicazione di Giovanni Battista: proprio loro scribi e Farisei non gli hanno creduto e invece le prostitute i peccatori gli hanno creduto. Quindi questi ultimi hanno fatto la volontà di Dio cioè la loro conversione all’amore, mentre i Farisei, gli scribi dicono di fare la volontà di Dio, di appartenergli perché seguono le norme delle leggi… ma in concreto il loro cuore è lontano da Dio.
Allora oggi questa pagina evangelica spinge anche noi a prendere posizione su chi siamo di questi due personaggi di fronte a Dio: coloro che dicono a parole di vivere la loro fede in Gesù o coloro che testimoniano in concreto questa Fede, questa appartenenza. Non solo, ma quanto di questi due personaggi abitano il nostro cuore.
Quanti No abbiamo detto al Signore e quanti Sì abbiamo detto al Signore e questo può capitare anche nell’arco di una sola giornata… momenti in cui io dico di no al Signore e momenti in cui io dico di sì al Signore. Come può capitare per una vita intera.
Bene, l’avvento ci invita a fare uno bilancio di questi No è di questi Sì perché possa essere positivo, perché sempre maggiori sì annullino i vari no che abbiamo detto nel corso degli anni. La venuta di Gesù è l’occasione propizia per fare questa rendicontazione del proprio cuore, per far emergere la potenza del sì che possiamo dire ogni giorno a Dio, frutto dello Spirito Santo che lavora nel nostro cuore. A noi lasciarlo lavorare: questa è la nostra resa a Dio ma è anche la nostra vittoria.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade