Ancora un brano oggi che ci parla dell’ultima venuta di Gesù, di come prepararsi all’incontro definitivo con lui, incontro che tuttavia avviene ogni giorno della nostra vita e avverrà quando questa vita ci sarà tolta per raggiungere il nostro Creatore.
Come prepararsi, come vivere già ora il regno di Dio per essere pronti a entrare poi definitivamente in questo regno e nella gloria di Dio? Gesù c’è lo dice con due figuredell’AT: Noè e Lot. Noè cerca la salvezza costruendo un’arca, una grande barca ma non in mezzo al mare e può sembrare un gesto folle ma intanto si salva con la sua famiglia. E proprio da Noè ricomincia l’umanità  nuova.
Lot, nipote di Abramo, si salva uscendo fuori da Sodoma, dalla situazione cioè di peccato, di allontanamento da Dio. Non si salva la moglie perché si gira a guardare il passato, perché legata al suo passato, perché rimpiange il suo passato… non sa guardare avanti la moglie di Lot per questo muore, non si salva. E allora Gesù prendendo spunto da questi due personaggi molto lontani anche dalla sua contemporaneità , ci vuole dire che per vivere e per desiderare la salvezza bisogna impegnarsi ma bisogna guardare avanti senza mai rimpiangere nulla del proprio passato, perché Dio è sempre avanti, Dio ci precede.
Bisogna seguire Dio nelle sue sorprese, bisogna essere attenti ai segni ai “segnali di fumo” del Regno presenti in mezzo a noi perché la responsabilità è di ciascuno di noi. Proprio per questo nella routine quotidiana dove sembra che facciamo anche le stesse cose all’interno di una stessa casa, di una stessa famiglia, ognuno sara responsabile della propria vita davanti a Dio: la perderà o la acquisterà a seconda di come hai impostato il suo cammino di sequela, il suo rapporto d’amore con Dio.
Un brano oggi che ci apre gli occhi sul nostro mondo di rimpianti, sul nostro molto spesso guardarci indietro per magari rivedere i nostri errori, per essere legati ai nostri peccati… Al nostro modo di guardare la vita, gli eventi, le persone. Non pensando che Dio guarda avanti, per Dio noi siamo il presente e lui ci guarda già al futuro. Questa è la nostra speranza! Camminare con Dio significa camminare nella speranza, non lasciarci mangiare dagli avvoltoi dei rimpianti, dei nostri schemi mentali, della nostra stessa concezione di Dio che ci legano al passato. La vita è da costruire ogni giorno nel dono costante di sé.
È proprio questo perdere o perdersi, che ci dà la possibilità di ritrovare la vita. Guardiamo a Noè e a Lot per capire che nella vita bisogna andare sempre avanti, impegnarsi per la propria salvezza che rimane un dono di Dio ma è che impegno, responsabilità , lungimiranza, discernimento. Lasciamo perdere ciò che siamo stati…
Pensiamo a ciò che il Signore vuole donarci, ciò che vuole fare di noi per il bene nostro e dell’umanità . Guardiamo avanti. La nostra vita è ancora tutta da vivere, perché per Dio un giorno è come mille anni.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade