Continuiamo a seguire il vangelo di Marco così come la chiesa lo propone è un bell’itinerario ogni giorno, leggere una pagina di questo Vangelo sin dall’inizio alla Quaresima! Ancora oggi Marco ci dimostra Gesù nella sua potenza di guaritore dopo aver scacciato il demonio dall’uomo nella Sinagoga, entra nella casa di Pietro dove si pensi che alloggiava e qui trova la suocera di Pietro in preda ad una febbre (verosimilmente si pensa ad una febbre dovuta ad una azione dello spirito maligno) e la guarisce all’istante.
Questa donna si alza e si mette a servirlo. La fama di Gesù guaritore ormai è circolata dappertutto nella città, e tutti si riversano alle porte della casa di Pietro per essere guariti, consolati, ascoltati, toccati, guardati… da Gesù. Per ricevere in pratica la sua cura, la sua guarigione, la sua liberazione. È tutta una folla di gente che ha bisogno di essere salvata che ha bisogno in pratica di Dio. E Gesù di fronte a questa folla guarisce, libera, risana per tutta la giornata e a sera Marco ce lo fa vedere bisognoso Gesù di solitudine. Non è uno che si monta la testa di questo successo, di questo bagno di folla: vuole stare da solo.
Va in un luogo solitario, non sappiamo dove, se in riva al mare molto probabilmente (Cafarnao è sul Lago di Tiberiade) e cerca la solitudine con il Padre per riporre nelle sue mani il suo operato, quello che ha vissuto in quel giorno attraverso la Potenza che li abita, per riuscire a capire come proseguire, per ricevere forza dal Padre, per rimanere in questo contatto eterno d’amore con il Padre dal quale tutto il Figlio riceve. È una lezione grandissima per noi oggi. Quando facciamo un po’ di bene agli altri grazie all’intervento di Gesù, molto spesso noi ci montiamo la testa per il nostro “successo” e invece di fuggire e rifugiarci nella solitudine della preghiera con il Padre, di prendere le distanze dal nostro successo, ci siamo dentro, ci sguazziamo dentro, ci ubriachiamo del nostro successo, sino a perdere di vista la missione e mettere al centro soltanto il nostro IO.
Purtroppo oggi nella chiesa ci sono pagine di idolatria i cui protagonisti sono molto spesso gli “addetti ai lavori”, sono persone di chiesa, ministri, consacrati, anche laici impegnati, fondatori di comunità, di movimenti… che nuotano nel loro successo travisando così la loro missione, mettendo al centro se stessi e non più Dio che li ha inviati. Oggi il vangelo ci aiuta a conoscere la vera identità di Gesù liberatore e guaritore ma anche la nostra identità. Guaritori e liberatori di noi stessi e degli altri solo se mettiamo sempre al centro della nostra missione Dio e non il nostro io, solo se nell’arco della nostra giornata in tutto quello che viviamo, facciamo, ci ritagliamo magari la sera, dei momenti di solitudine con Dio dove la preghiera avvolge tutto ciò che abbiamo vissuto in quella giornata con la Misericordia di Dio.
E ringraziamo di tutto quanto Egli ci ha permesso di fare. La gratitudine è l’antidoto ad ogni forma di idolatria. Così svilupperemo il senso del “prendersi cura” degli altri, di se stessi, di Dio. E Dio si prenderà cura di noi.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade