Perché quella generazione era considerata un malvagia da Gesù? Perché non si era convertita all’amore nonostante tutti i segni d’amore che Gesù aveva fatto nel suo breve itinerario di evangelizzazione. Che cosa direbbe Gesù di noi oggi? Probabilmente la stessa cisa: ancora oggi a duemila anni di cristianesimo c’è ancora chi cerca i segni della presenza di Dio, del suo amore o della sua Provvidenza in azioni “straordinarie” ricorrendo anche i guru di turno… non accorgendosi dei piccoli e grandi segni quotidiani di questo amore che non ci lascia H24.
La conversione del nostro cuore nasce dall’esperienza profonda dell’unico e grande segno che Dio ci ha dato nel figlio suo Gesù morto e risorto che abita il nostro cuore dal giorno del battesimo. È un segno parlante, è un segno vivo con il quale ci dobbiamo rapportare ogni giorno e noi spesso siamo chiusi a questo segno e cerchiamo qualcosa al di fuori di noi.
Il segno del risorto rimasto presente nella sua Parola, nell’Eucarestia, nel sacramento dei poveri, negli eventi delle nostre giornate che ci attraversano a volte in modo impetuoso…. è lì il segno della sua presenza. Ma se non lo guardiamo dentro di noi è difficile aprire gli occhi e vedere fuori di noi. Il segno della presenza del Risorto che ci abita è quest’amore gratuito che non ci molla mai e la perenne Misericordia, benevolenza e pazienza di Dio verso di noi mediata dal figlio suo Gesù.
Oggi mi chiedo se il mio cammino di conversione ha bisogno ancora di segni per poter credere all’amore e lasciarmi trasformare la vita.
E mi chiedo se io sono segno di questo amore per gli altri. Se io divento segno di conversione dalla religione alle fede nel Dio vivo e vero che Gesù di Nazareth vi ha rivelato in questo mondo narcotizzanto dal suo stesso fumo.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade