È quanto mai attuale in questo momento drammatico di barbarie in cui stiamo vivendo, la Parola di Gesù. Un discorso esigente, molto. A Dio interessa il nostro vivere da fratelli. Non gli interessa l’offerta dei nostri sacrifici, culto o di un cuore incapace di amare. Dio vuole che ci amiamo come fratelli e sorelle figli di uno stesso Padre.
È questa la cifra del cristiano che supera la santità degli ipocriti di tutti i tempi. Quella fatta di atti esteriori, incenso e mortificazioni viste da tutti, ostentate con cura. La santità richiesta da Gesù è l’amore donato a tutti, iniziando da se stessi. Perché ci sarà un giudizio non solo su chi ha ucciso fisicamente il proprio fratello, ma anche su chi lo ha ucciso moralmente, psicologicamente, affettivamente. Lo ha tolto di mezzo insomma dalla propria vita e dal proprio cuore.
In questi giorni stiamo vivendo scene disumane che provengono da paesi in guerra. La guerra tocca tutti, anche noi per le sue ripercussioni e per la sua drammaticità che invade il cuore. Questa Parola oggi ci aiuta a scendere nel nostro cuore e vedere se c’è una guerra in atto contro qualcuno a noi vicino e deporre le armi. Accordiamoci in tempo, come si accordano gli strumenti musicali e avremo armonia, pace fra noi. Perché ogni guerra di Stato inizia sempre nel proprio cuore.
Io sono in guerra con qualcuno? Con chi mi sono riconciliato ed è tornata l’armonia in me? Il prezzo del biglietto per il viaggio in Paradiso è la riconciliazione con i miei fratelli. Solo allora il Padre mi riconoscerà come figlio suo.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade