Il primo effetto della resurrezione di Gesù è quello di farci vedere la sofferenza e il dolore con occhi nuovi… O meglio ancora di farci comprendere che la sofferenza è strettamente legata alla ricerca di senso, di vita.
E il Risorto questa vita la dà per sempre. Non c’è resurrezione senza morte e dolore. Perché piangi, chi cerchi? Lo dice oggi a noi il Risorto. Entriamo nel nostro dolore e guardiamolo bene in faccia. A volte è il nostro egoismo a farci soffrire, altre volte è la vita stessa con i suoi imprevisti… Fatto sta che la sofferenza e il pianto ci accompagnano dal primo vagito. Sono connaturali alla nostra condizione umana.
Non lo sono a quella divina, verso la quale il Risorto ci trasporta. Lì non ci sono più lacrime. Dio le terge tutte. Allora oggi leggendo le nostre piccole o grandi sofferenze poniamo l’attenzione al fatto che non solo sono passeggere ma che ci spingono a cercare la Vita, cioè Gesù e il suo amore. E così anche il dolore si trasfigura come è stato per la Maddalena.
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Potremo dire anche noi al mondo intero che “abbiamo visto il Signore” proprio nel nostro pianto.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade