Rientriamo nel cosiddetto Tempo Ordinario della Liturgia. È finito il Tempo di Natale con il Battesimo del Signore. Lo vediamo già adulto Gesù in questo Vangelo di Marco. Dopo la morte di Giovanni il Battista Gesù inizia la sua missione. Il tempo è arrivato anche per Lui.
Quello di iniziare la missione redentrice per la quale è stato inviato dal Padre. In un certo senso anche Gesù si deve “convertire” al progetto di Dio lasciando la sua vita di prima, di pio ebreo. Ora è chiamato ad annunciare l’amore di Dio alla sua gente, un amore che si fa presente nella sua persona e che chiama all’incontro. Nella sua Galilea Gesù invita alla conversione, che porterà a credere nella buona notizia di un Dio vicino, amico, Padre. Iniziano ad ascoltarlo i suoi conterranei. E ne restano affascinati.
I primi ad essere calamitati dal suo carisma sono questi quattro pescatori che decidono di seguirlo, rispondendo prontamente al suo invito. Cioè mettersi con Lui, di stare con Lui. Ma per fare cosa? Divenire altro. Cioè pescatori di uomini. Frase enigmatica mai sentita nelle Scritture e mai più ripetuta. Cioè essere se stessi, nel caso specifico, pescatori, ma in modo diverso. La loro persona, la loro identità doveva essere messa a servizio del Regno, attirando altri a passare dalla vita (quella dei pesci in mare) alla morte (quella dei pesci fuori dall’acqua).
Quale morte per gli uomini? Quella del loro egoismo. C’è già in questo Vangelo in filigrana l’ombra della croce:morire per risorgere.
Allora il tempo per la conversione, ossia per l’incontro arriva per tutti nella vita. E Dio si serve di altri uomini per convertirci. Di quelli che si sono messi dietro a Lui e vivono di Lui.
I famosi “pescatori di uomini”. Lo sei anche tu. Devi solo scoprirlo. Essere attento alla sua chiamata o alle sue chiamate. Egli vuole anche oggi, agire attraverso di te per regnare nel mondo. Come i quattro pescatori sappiamo lasciare noi stessi, le nostre zone confort, il nostro status quo…per trasformarci in strumenti del suo amore? Ne avremo tutto da guadagnare. Anche se ci è chiesto di morire a noi stessi per risorgere in Lui. È questa la sequela. Morire ogni giorno per risorgere. Sì, morire fa male, ma risorgere fa molto bene. Oggi deciditi per il Signore, senza più tergiversare. È questo il segreto della felicità .
In che cosa devo convertirmi, cioè morie per risorgere in Cristo? Forse devo prendere una decisione che non prendo mai, o devo fare una cosa concreta che mi costa… Ognuno sa cosa vuole il Signore per la sua conversione. E se qualcuno non lo sa, lo chieda al Signore ed Egli glielo farà capire, a modo suo.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana TiberiadeÂ