Qui non si tratta di pagare o meno le tasse, a Gesù non gliene importava proprio niente delle tasse da pagare a quel tempo. Il discorso qui verte sulla struttura di potere e davanti a chi noi ci inginocchiamo e offriamo la nostra lode, la nostra gloria: a Dio o agli uomini? Purtroppo la storia della chiesa ci insegna che questo seconda possibilità è diventata una realtà!
La struttura stessa gerarchica della chiesa ha imitato quella del potere imperiale o regale… ancora oggi non ci scrolliamo di dosso lo stesso potere clericale, è una fotocopia di questo tipo di potere e del senso che attribuiamo al potere degli altri nella nostra vita. Qui Gesù ci richiama all’unica sottomissione che ci può essere: quella a Dio che è il nostro creatore, il quale ha un unico potere quello dell’amore.
Grazie a questo suo potere ci ama e ci rende capaci di amare. Il nostro cuore è fatto per amare e se non amiamo Dio sobbiamo amare qualche qualche altra cosa, qualcun’altro costruendo così i nostri idoli. Oggi mi chiedo quali sono ancora i miei idoli dietro a cui io mi prostro, a chi io offro la mia lode e la mia gloria, quanto servo Dio e mi sento pienamente inserito nel suo eterno disegno d’amore per l’umanità?
Uso i segni del potere o utilizzo il potere dei segni, primo fra tutti l’accoglienza della diversità del mio fratello/sorella?
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade