Il Vangelo che la XXVIII domenica ci propone è interessante: fa zoom su un miracolo di cui però non vediamo nulla… O meglio, non vediamo nulla di straordinario, nessun gesto particolare, nessuna opera di potenza. Ci sono però alcuni atteggiamenti che ci aprono mondi.
Continua dopo il video
- Pubblicità -
Partiamo dal primo: la duplice fiducia dei dieci lebbrosi. Vanno da Gesù perché riconoscono che in lui ci può essere una via verso la vita. Si fidano. E si fidano anche quando lui chiede loro di presentarsi dai sacerdoti: azione questa che faceva parte del rituale di purificazione e riammissione nella comunità. Una volta guariti i lebbrosi dovevano presentarsi ai sacerdoti. Ma questi dieci uomini lo fanno mentre sono ancora malati.
E sanno benissimo che in quanto lebbrosi non potrebbero andare dai sacerdoti. Se ci vanno, quindi, lo fanno perché credono che quel Maestro di Nazaret abbia in serbo per loro meraviglie. Il cuore di tutto sembra essere la fede. È la fede la chiave di accesso a Dio. È la fede ad aprire le porte della salvezza. E Gesù lo conferma proprio con la frase finale: «Va’, la tua fede ti ha salvato!».
Il secondo atteggiamento è la gratitudine. La gratitudine di chi torna, di chi riconosce, di chi sa accorgersi del dono e non lo dà per scontato. Quella gratitudine che solo uno su nove sa manifestare. Certo, mi direte: «Ma quello era un samaritano, non sarebbe comunque andato dai sacerdoti come gli altri nove». Indubbio. Ma forse proprio questo è il punto. Certe ritualità, certo rigore nel mantenimento della forma non possono diventare un alibi per giustificare il non fatto, le non-delicatezze, il tutto-mi-è-dovuto.
- Pubblicità -
Commentando i Vangeli delle domeniche precedenti abbiamo parlato di una normalità nel rapporto con Dio. Ecco, normalità è questo: andare da lui, raccontargli di noi, fidarci del suo dito puntato verso qualche nuova meta, sperimentare il suo silenzio, accogliere il suo sussurro e poi ritornare da lui e tuffarci in lui, distrutti forse, ma grati. Questa è fede, fiducia, incontro, relazione che ci fa respirare vita piena.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Grazie!
Grazie, Signore,
oggi non ti vogliamo dire altro!
Grazie, per il tuo essere
acqua viva nelle tante aridità.
Grazie, per la tua presenza
nelle nostre assenze.
Grazie, perché anche quando
non torniamo, tu ci aspetti.
Grazie, perché sei vita
che ci fa risorgere da ogni morte.
Grazie, perché sei mano tesa
che non molla.
Grazie, per tutte quelle volte
in cui siamo troppo distratti
o troppo ripiegati.
Semplicemente, grazie!
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com
CANALE YOUTUBE
PAGINA FACEBOOK