Quelle che oggi la liturgia ci fa ascoltare le potremmo definire tutte storie vocazionali. Quella di Isaia, quella di Paolo, quella di Simon Pietro, di Giacomo e di Giovanniโฆ Storie intense, pagine belle della Scrittura che riescono sempre a ridare aria ai polmoni, a farci credere in un oltre sempre possibile anche nella nostra vita. Eppure oggi vorrei spostare il focus sulla speranza, perchรฉ รจ a quello che mi riportano queste storie.
Lavorando su un libro che รจ di prossima uscita mi sono imbattuta in una frase del poeta Charles Peguy: ยซร sperare la cosa piรน difficile, a voce bassa e vergognosamente. La cosa facile รจ disperare ed รจ la grande tentazioneยป. Disperare รจ la cosa piรน facile, ed รจ la grande tentazione. Quanto รจ vero! E, sinceramente, ne faccio esperienza continuamente.
Penso a Isaia, e al suo sentirsi uomo dalle labbra impure, infinitamente piccolo rispetto a quellโimmensitร i cui soli lembi del mantello riempivano una cosa grande come il tempio. Quanto sarร stato immenso Dio davanti a lui! E quanto piccolo lui, con le sue domande!
Penso a Paolo, e al suo sentirsi aborto, piรน piccolo tra tutti, ultimo rispetto a tutti. E quanto immensamente gratuita รจ stata quella grazia che lo ha raggiunto, cambiato e riconsegnato alla luce!
Penso a Simone e a quella richiesta folle giunta al termine di una notte difficile perchรฉ sterile. Quanta fatica ci sarร stata in quel sรฌ! Ma anche quanta rabbia per potersi risollevare dopo una notte insonne e ricominciare come se nulla fosse stato.
Penso a loro, penso a me, penso a molti tra noiโฆ e poi penso a Dio e a quel suo imprevedibile arrivare nei momenti piรน strani, a volte piรน bui, quasi sempre piรน duri. Lui arriva, ed รจ come se ci chiedesse di rianimare la speranza, di spingerne le radici di profonditร , di non lasciarla marcire per la siccitร di superficie.
Quando il re muore e il popolo รจ in balia di sรฉ stesso, รจ piรน facile disperare.
Quando ti rendi conto che ciรฒ che stavi perseguitando per difendere Dio รจ Dio stesso, รจ davvero piรน facile disperare.
Quando hai faticato tutta la notte e ora non ti resta che spendere le tue ultime energie per pulire reti vuote, รจ indubbiamente molto piรน facile disperare.
Eppure รจ proprio in quello spazio di tempo in cui la tua memoria sta mettendo a fuoco le macerie attorno che Dio fa capolino, e con lui la speranza. E no, non cโรจ nessuna bacchetta magica che ti mostri la via giusta. Ma sรฌ, cโรจ una presenza โ che un poโ รจ una voce nel cuore e un poโ รจ il mondo che ti circonda โ che ti raggiunge e ti scuote: ยซChi andrร per noi?ยป, dice Dio al profeta; ยซPrendi il largoโฆ Non temereยป, dice Gesรน a Simone.
Ed รจ in quel frammento di infinito, in quellโistante in cui Dio ti raggiunge che tu puoi, anche faticosamente, scegliere se rianimare la speranza.
La speranzaโฆ quella profonda certezza e consapevolezza di essere parte di un oltre che ti vive dentro e che puรฒ riaccendere fuochi spenti e ceneri fumanti.
Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com
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