ยซMa Gesรน si chinรฒ e si mise a scrivere col dito per terraยป.
Quanto รจ intensa questa espressione del Vangelo di Giovanni che la liturgia di questa V domenica di Quaresima ci propone. Tutte le volte รจ al contempo uno scossone e una preziosa pacca sulle spalle.
La situazione รจ complessa: cโรจ una legge chiara, divina, e cโรจ una precisa colpa.
E poi cโรจ โtutto il popoloโ โ cosรฌ scrive Giovanni โ in ascolto della sua parola, pronto a imparare. Ora, certamente, scribi e farisei metteranno pure alla prova, ma forse nรฉ piรน nรฉ meno di quanto farebbero molti tra noi rispetto a situazioni di oggettivo peccato.
Scribi e farisei insistono nellโinterrogare Gesรน. E โ ne sono certa โ lo faremmo anche noi. Perchรฉ il limite tra il peccato e la misericordia non รจ un confine, non imprime una traccia certa. Peccato e misericordia si fondono, si trasformano, si intrecciano. Il peccato โ quello altrui e quello nostro, quello grave ma anche quello cosiddetto veniale, quella sorta di leggera e invisibile polvere sulla nostra coscienza โ ci richiede e ci insegna un esercizio di misericordia e compassione, di responsabilitร e liberazione. Ma la misericordia ci insegna ad ascoltare le storie che il peccato nasconde, ci insegna a scoprire la bellezza dei volti sfigurati dal peccato, ci insegna ad accarezzare i cuori che il male ha mortalmente colpito.
Per questo รจ intenso quel chinarsi di Gesรน per scrivere con il dito per terra.
Perchรฉ solo chi si china sa risollevare.
Solo chi alla cattedra preferisce la strada sa ascoltare.
Tutto il popolo vuole imparare. Ma Gesรน sposta lโattenzione, crea una sorta di rottura, quasi a dire: perchรฉ costringete Dio dentro la lettera? Perchรฉ vi ostinate a non dare nomi alle figlie e ai figli di Dio. Perchรฉ di Dio continuate a prendere la legge della condanna e ignorate i suoi desideri di salvezza.
Perchรฉ voi che credete in Dio non date a Dio il tempo e la possibilitร di far germogliare una nuova creazione nel cuore di chi ha peccato, di chi ha cambiato rotta, di chi non ha piรน voluto avere nulla a che fare con lui?
Penso a Gesรน che scrive e non immagino una parola, ma immagino strade e fiumiโฆ Strade nel deserto e fiumi nelle steppe.
Nello scrivere di Gesรน a terra รจ come se prendessero corpo le parole di Isaia, che sono la promessa di Dio che sa e puรฒ, e vuole, portare vita dove sarebbe impossibile anche solo pensarla.
Questa certezza ci tenga fermi anche nel vacillare della nostra fede: Dio vuole e puรฒ portare vita anche dove sembrerebbe impossibileโฆ e lo sta giร facendo: non ve ne accorgete?
Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com