Per la seconda domenica consecutiva, come fosse un ritornello, si ripete, prima del Vangelo lo stesso versetto: «Ti rendo lode, Padre, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno». E poi da lì ancora parabole, ancora immagini, ancora mille modi per aiutarci a comprendere qualcosa che è talmente immenso da andare molto oltre le nostre misure. Prima però di entrare in ogni singolo «Il regno dei cieli è simile a…» mi piace lasciar riecheggiare nel brano di questa domenica un passaggio di quella precedente.
Abbiamo già accennato al fatto che il Vangelo venga introdotto da uno stesso versetto, il che ci dice che in quel passaggio ci sono elementi importanti:
- Dio rivela i misteri del suo regno, cioè rivela le sue logiche, ri-vela, si apre alla comunicazione, non ci tiene fuori da sé, ci include;
- lo fa con i piccoli, il che nella logica biblica potrebbe significare molte categorie di persone, quasi sicuramente i senza-diritti, gli esclusi, i non-considerati, ma anche i considerati diversi rispetto alle maggioranze, i non-ascoltati, i non-presi-in-considerazione… e la lista sarebbe davvero lunga. È come se le logiche del Regno, per essere capite e vissute, avessero bisogno di chi è abituato a gestire la novità, il fuori logica.
Se ci spostiamo al versetto 47 del brano di Matteo, c’è un altro passaggio che non può non farci tornare alla memoria il brano di “seme buono e zizzania”. Leggiamo: «Il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, raccoglie ogni genere di pesce». Ancora una volta il regno è inclusivo: lì c’è spazio proprio per tutti. Male e bene non si respingono a costo di morte, ma convivono. E se conosciamo bene le contaminazioni del male, forti e determinate, forse poco lavoriamo sulle contaminazioni del bene.
- Pubblicità -
Vivendo le logiche del Regno potremmo riuscirci, potremmo diffondere inclusione, riparo, riposo, gioia, benevolenza. Non sta a noi pensare alla fine dei tempi, non siamo noi quegli angeli designati a distinguere il bene dal male. Noi dobbiamo solo puntare a scegliere ogni giorno, instancabilmente il Regno.
Dio spalanca le porte, ricolma di doni: chiama, rafforza, protegge, sostiene, rialza, ci porta fino all’altezza del Figlio suo (fratelli legati al Fratello), ma sta a noi scegliere di restare, di non invertire la direzione, di non svenderci al primo offerente.
Pensate alla preghiera di Salomone: credo che sia tra le più belle preghiere che la Bibbia conservi e che oggi la liturgia ci fa ascoltare: «Concedi al tuo servo un cuore docile…».
- Pubblicità -
Preghiera che lo scrittore biblico ci dice abbia stupito perfino Dio, e che ci offre lo spaccato di un uomo dalla coscienza delicata e retta come pochi altri. E per quella preghiera, Dio elargisce, Salomone riceve e il popolo conosce il re giusto, che ottiene per il suo popolo giustizia. Eppure quel dono non basta per tenere Salomone alla larga dalla caduta. Il re saggio, nonostante tutto, crolla e permette al male di bloccare il suo cuore.
E allora che cosa fare? Ritorniamo alle tre brevissime parabole: il regno dei cieli è un tesoro nascosto in un campo. È a nostra disposizione. È per chi lo cerca. Si offre a noi, ma non nei mercatini dell’usato. È un tesoro prezioso, e il Vangelo ci lascia intravedere all’orizzonte colui che con gioia decide di mettere tutto in gioco pur di far sì che la sua vita ruoti attorno a quel tesoro. Non pensiamo però subito a noi stessi.
La seconda breve parabola ci dice che il Regno è come un mercante che va in cerca di perle preziose. E anche in questo caso non applichiamo a noi stessi queste parole in modo moralistico: al centro di queste parabole non ci siamo noi, ma Dio. È lui il tesoro che si offre a noi; e Gesù è il primo a metterlo al centro di tutto. È Dio il mercante che ci cerca e che per noi offre tutto, offre se stesso, offre il Figlio Gesù.
E noi? Dove stiamo? Che posto abbiamo? Se comprendiamo fino in fondo che il regno dei cieli è prima di tutto un dono d’amore e di salvezza, allora noi siamo non più maestri di regole, scribi, ma discepoli dell’amore, capaci finalmente di tirar fuori al momento giusto scelte preziose che fanno vivere.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com