L’evangelista Luca continua a descrivere per noi l’inizio del ministero pubblico di Gesù. E davanti a noi continuano ad alternarsi volti, reazioni, sentimenti, personaggi. Dallo stupore allo sdegno, attraverso le parole di Gesù riusciamo a vedere la carrellata dei pensieri e delle reazioni da cui il Maestro nella sinagoga è raggiunto. Le sue parole escono dalla routine. Vanno oltre ogni legittima provocazione, oltre ciò che coloro che erano radunati nella sinagoga si sarebbero mai aspettati, oltre ciò che era disposti ad accettare.
E in fondo la parola di Dio è così! Ci raggiunge e ci spinge oltre. Non viene a noi per consolare i nostri bisogni, per appagare la nostra sete, per coccolarci nelle nostre certezze, per rassicurare le nostre paure.
La Parola è salvezza e genera salvezza: la Parola cura, accompagna, spinge; la Parola vanga, capovolge, dissoda. È dono che ci genera. È seme che ci trasforma. È scalpello che ci modella.
Il punto è quanto ognuno di noi è disposto a darsi.
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Gesù, nella sinagoga, dice di essere il compiersi delle Scritture: è la concretezza tangibile della Parola che ci raggiunge, la realizzazione massima di ciò che ascoltiamo o proclamiamo. Ma le sue parole e i suoi gesti pungono, non sono balsamo, non sono carezza. Nella sinagoga chi ascolta reagisce, si blocca, respinge. Ma quelle parole pungono anche noi che siamo i discepoli, i testimoni, gli annunciatori, i credenti.
Quelle stesse parole oggi raggiungono anche noi e si fanno proposta: accogliere e lasciar operare la Parola anche quando ci spiazza, anche quando non ci arricchisce, anche quando non ci cura, anche quando si fa dono per altri.
La parola di Dio, viva e instancabilmente operante, sa toccarci fin nella profondità di ciò che siamo, sa metterci a nudo, sa raccontarci la verità di noi stessi, sa tenderci la mano per tirarci fuori e svelarci le vie autentiche di Dio (ben oltre le nostre prospettive).
Quel giorno a Nazaret molti scelsero lo sdegno e cacciarono via la Parola scomoda.
Possa oggi la nostra vita diventare casa della Parola.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Tu, Parola fatta carne
Signore Gesù,
Parola fatta carne
per la nostra salvezza,
meraviglia e stupore
siano le due mani
con cui ti accogliamo,
apertura e accoglienza
le due braccia con cui
custodiamo il dono.
Portaci fuori da noi stessi
e libera il nostro cuore,
perché ogni tua parola
ci spinga oltre,
ci insegni a riconoscere
le vie di Dio
e a percorrerle.
Amen.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.comCANALE YOUTUBEPAGINA FACEBOOK