Sr. Mariangela Tassielli – Commento al Vangelo di domenica 28 Maggio 2023 per bambini/ragazzi

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Quanto ne avremmo bisogno! Quanto avremmo bisogno di parlare ogni lingua possibile per raccontare le grandi opere di Dio, soprattutto una, la più inedita e sorprendente: Gesù! Non mi sono sbagliata, intendo proprio dire Gesù. È lui la più straordinaria “opera di Dio”. Lui, il non-creato, è stato generato per noi, perché la vita di Dio, il suo soffio, la sua generatività ci raggiungesse, ci penetrasse e facesse esplodere in noi Amore. Ditemi, non è forse immenso tutto questo?

Dobbiamo imparare a raccontare Gesù, dobbiamo desiderarlo, dobbiamo lasciare spazio allo Spirito perché diventi in noi parola buona, parola che salva, parola bella che genera vita, e ci genera alla vita. È questo il progetto di Dio, è questa la sua opera, iniziata al principio del tempo, quando nulla esisteva ancora, portata a compimento nella vita, nella morte e risurrezione del Figlio suo, e realizzata ogni volta che ognuno di noi si apre a lui.

Non c’è nulla che possa frenare lo Spirito di Dio se non noi stessi. Gesù è abituato a entrare varcando porte chiuse. Sa sostare tra chi per paura preferisce posizioni di chiusura e prudenza. Sa abitare le nostre paure. Sa parlare al nostro dubbio. Sa placare le nostre inquietudini.
Non c’è nulla che possa bloccare noi. Non c’è nulla che possa impedirci di accogliere, di aprirci, di diventare casa del dono. Non c’è nulla che ci renda incapaci di dire il nostro sì. Una cosa però è certa: non possiamo confrontare le risposte né possiamo indicare uno le vie all’altra. Nessuno di noi può farsi misura per un altro. I carismi sono diversi, perché infinite sfumature ha la vita di Dio, e lo Spirito ci rende parte di quella vita. In Gesù Signore continuiamo a riceverlo, e lui in noi si fa molteplicità e differenza.

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Quanto è bello lo Spirito, che ci rende uguali proprio perché diversi; e chiede a ognuno di noi una risposta unica, perché unico e non omologabile è il dono.

L’intelligenza, la parola, la creatività, la lentezza, la vivacità, la pacatezza, la profondità, il brio, l’arguzia, la determinazione, la delicatezza… e ognuno ne aggiunga di propri: sono tutti doni dello Spirito, doni non legati ad alcun merito, e per questo gratuiti, doni per il bene comune. Il bene comune, già… Che magica parola. Il bene comune. Il bene di tutti. Non il proprio, non il mio. Ma il bene di tutti, di tutti noi, perché noi siamo corpo. Per questo non possiamo essere io. Noi siamo corpo. Per questo non possiamo che vivere e far vivere. E lo Spirito in questa meravigliosa avventura è dalla nostra parte. Invochiamolo, lasciamogli spazio, diventiamo la sua casa!

Il tempo di Pasqua si conclude oggi, solennità di Pentecoste, facendo risuonare per noi una promessa compiuta. Quel «ricevete lo Spirito Santo», pronunciato da Gesù per i suoi discepoli continua a essere una promessa certa anche oggi, per noi: è risposta a ogni nostra invocazione, è certezza di un dono che continuamente ci supera e ci rende nuovi. Lo Spirito di Dio, il soffio della sua vita, l’Amore che costantemente unisce il Padre e il Figlio, scorre anche in noi, tra noi, vivifica il mondo e lo rende vivo. Invochiamolo! Senza mollare mai. Oltre ogni scoraggiamento, c’è lui, lo Spirito Santo di Dio, capace di abitare ogni nostra timore, di dare vita in ogni situazione di morte, di risollevarci e riportarci a Dio, di renderci nuova creazione, capace di rendere visibile la straordinaria opera di Dio per noi.

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FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com

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