Trasfigurazione! Un evento! Una consegna che, se connessa alla prima e alla seconda lettura di questa II domenica di Quaresima, fa davvero scoppiare il cuore di gioia. Perché? Proviamo a fare il punto.
Cosa ricordate dell’evento Trasfigurazione? Ognuno lo dica a se stesso. Ci sono davvero molti elementi… e se poi uniamo questo brano alle altre due letture, forse quanto a effetti speciali la graduatoria potrebbe essere interessante:
- Abramo che sta per immolare Isacco
- L’angelo che ferma la mano di Abramo
- La nube e la voce che tutti copre
- I tre discepoli pronti a fare tre tende per immobilizzare l’incredibile…
… e come dire, ognuno potrebbe compilare la propria top ten degli effetti più strabilianti di questa domenica.
Ma la Trasfigurazione punta davvero a lasciarci senza parole? È questo il suo vero senso?
L’evangelista Marco la colloca in un posto importante: tra il primo e il secondo annuncio della Passione. Chi segue Gesù deve sapere concretamente che non ci sono onori da riscuotere, che le logiche messianiche gesuane sono diverse da quelle in cui tutti credono, che la salvezza attesa sembra passare irrevocabilmente dalla morte, ma non una morte subita passivamente: una consegna.
I tre – Pietro, Giacomo e Giovanni – vengono condotti in disparte, su un alto monte. Come Abramo ha condotto Isacco. Lì, nel territorio di Mòria, Dio ha impedito a un padre di offrire il proprio figlio. Qui, sul Tabor, a compimento di ogni promessa, è il Padre dell’umanità a offrire il proprio figlio, l’amato. Ed è questa la grande certezza in cui ci imbattiamo. Questo l’immenso dono da contemplare. Ciò che celebreremo, l’immensità di questo dono, potrà essere compresa solo a Pasqua, solo dopo aver contemplato il prezzo pagato dall’amore, dopo aver visto fino a che punto il Figlio Amato si è lasciato consumare per amore… e per amore di peccatori. Solo in quel momento potremo davvero capire la radicale bellezza di questo dono: Dio stesso si fa benedizione, donandoci ogni cosa insieme a lui, alla sua vita, a se stesso. E da questo nessuno potrà separarci.
A noi, ascoltare… accogliere!
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
In Gesù, un dono
Padre, buono e misericordioso,
grande nell’amore e immenso nella tenerezza,
noi ti benediciamo per aver donato
al mondo tuo Figlio: l’Amato;
per aver arricchito la nostra vita
con la sua vita: un dono;
per aver reso unica la storia del mondo
con la sua storia: un’inaudita e impensabile novità.
Padre, questo tempo di grazia ci apra al dono,
ci renda casa aperta all’incontro con lui,
con la sua parola, con la sua vita.
In Gesù, nel suo farsi pane spezzato
per la nostra salvezza, ognuno di noi
possa incontrare te, Dio vivo, Dio vero,
Dio prossimo a ogni fragilità. Amen.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.comCANALE YOUTUBEPAGINA FACEBOOK