Affiancando la prima lettura e i primi versetti del Vangelo di questa ventiseiesima domenica del Tempo Ordinario mi risuona dentro una domanda: dove si posa lo Spirito del Signore? Su chi? Chi è, chi sono coloro che possono parlare nel suo nome? Esiste un patentino che autorizzi ad agire in nome di Dio?
La tentazione sta proprio nel pensarlo. Sta proprio nel credere che esista qualcosa che ci faccia credere di avere un permesso speciale e addirittura esclusivo. E allora ministeri, incarichi, sacramenti, ruoli istituzionali ci fanno credere di poter decidere dove si stia posando lo Spirito di Dio. Quali siano le vie che Dio sta aprendo, quali i misteri che ci permettendo di penetrare. E ci ergiamo alti, sopra la storia, riempiendo la nostra bocca del nome di Dio e lasciando che il nostro cuore si svuoti del suo Spirito.
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Alcuni – leggiamo nel Libro dei Numeri – profetizzato in nome di Dio, altri – leggiamo nel brano di Marco – fanno miracoli nel nome di Gesù; e allora Giosuè si scandalizza, Giovanni si scandalizza e con loro si scandalizzano i fedelissimi di ogni epoca.
Chi sono questi? Da dove vengono? Chi si credono di essere?
Eccole, le domande che attraversano il cuore di chi sa di stare dalla parte dei giusti. E a queste domande interiori corrispondono atteggiamenti concreti: denigrazione, isolamento, impedimenti, limiti. Ecco che cosa riserviamo noi giusti a chi crediamo essere lontano da Dio.
Ma Mosè che conosce il cuore di Dio fa una lettura diversa di ciò che accade. Gesù che è attraversato dalla stessa vita del Padre sa che lo Spirito soffia dove vuole e su chi vuole.
«Fossero tutti profeti nel popolo del Signore!», riuscissimo a scacciare nel nome di Dio divisioni e gelosie, pregiudizi e saccenza… Allora sì che saremmo capaci di gareggiare nella stima vicendevole. Allora sì che saremmo capaci di non impedire la vita di quei germogli che Dio sta seminando nella storia attraverso gli altri. Sì, gli altri, quelli che non ci saremmo aspettati, ma che Dio, per qualche motivo, ha scelto.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Nel tuo nome
Nel tuo Nome, Signore Gesù,
vogliamo vivere;
nel tuo Nome vogliamo far vivere:
seminare stima, fiducia, vita.
Largheggiare in accoglienza e delicatezza.
Diventare grembo
di una vita che ci supera
e che non si lascerà piegare
alla nostra misura.
Nel tuo Nome, Signore Gesù,
insegnaci a custodire il mondo
e ogni sorella e fratello,
terreno buono nel quale tu
stai seminando vita nuova. Amen.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.comCANALE YOUTUBEPAGINA FACEBOOK