Nella Trinità una rivoluzione
Un Dio creatore, che ha dato vita al mondo, che ci ha tratti dalla terra, che ha voluto per noi il suo stesso spirito, che ci ha vestito e ci ha resi capaci di essere custodi della vita altrui e della vita del mondo.
Un Dio che ci ha sollevati da condizioni estreme anche di peccato e ci ha avvicinati a sé, che si è fatto comunicazione, ascolto, presenza. Che non ha scelto in nome di potenza e sacrifici, di grandezza e potere, di obbedienza e sottomissione.
Un Dio che ci ha resi partecipi della sua stessa divinità rendendoci figli, liberi di credere, liberi di fidarci, liberi di affidarci. Che non ci ha chiesto di scalare vette per raggiungerlo, ma che al contrario si è fatto noi pur di avvicinarci a lui.
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Un Dio che si è letteralmente fatto in tre pur di ottenerci il massimo possibile. Che non si è allontanato da noi per la nostra disobbedienza. Che ci ha reso eredi della sua vita nonostante la nostra durezza. Che nei secoli ha trovato mille modi e persone per farci sentire al centro di una creazione buona e bella.
Un Dio che offrendosi a noi come Padre, Figlio e Spirito ci ha chiesto di comprendere e vivere il nostro rapporto con lui aprendoci alla novità che lui avrebbe fatto germogliare in ogni momento storico, alla vita che con lui avremmo sempre dovuto cercare e proteggere, al bene che ogni persona amata riesce a far sgorgare.
Ecco, questo è il Dio Trinità . Questo è il Dio che celebriamo, il Dio in cui crediamo, il Dio che nel Vangelo conosciamo e annunciamo, il Dio che Gesù di Nazaret ci ha rivelato.
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Noi, nei nostri cammini di fede, negli anni della catechesi, nella formazione personale, in questi nostri anni… abbiamo imparato a chiamarlo Padre, e ci sembrava già una grande rivoluzione. Ma forse non basta ancora…
Abbiamo imparato a parlargli, ad ascoltarlo, a discernere, non più a fare della nostra fede una cieca obbedienza. Abbiamo imparato a lasciarci raggiungere da proposte di vita non da comandi punitori. Ma forse non basta ancora…
Abbiamo scoperto la via dell’amore che continuamente ci ricrea, ci cerca se lontani, ci riconsegna alla libertà . Abbiamo imparato a scoprire in Dio un fratello, che ci ha riconnessi con il cielo, che ci ha mostrato il suo vero volto, ma anche il nostro stesso volto. Ma forse non basta ancora…
Abbiamo imparato che ciò che ci lega a Dio in Gesù, Figlio e Fratello, è una corrente d’amore che da sempre e per sempre ci attraversa e ci rende pienezza di ciò che potremmo davvero essere. Ma forse non basta ancora…
Abbiamo imparato tanto, ma forse non basta ancora, perché non abbiamo scoperto fino in fondo Dio, quel suo volto che il mistero della Trinità ci consegna ogni volta che la celebriamo, ogni volta che ci segniamo nel suo nome. Credere in un Dio Trinità è di per sé una rivoluzione. Credere in un Dio unico che è tre, è dirci in ogni singolo istante che per il nostro Dio due più due non fa quattro; e che noi siamo chiamati a scoprire in ogni stranezza quale sia la sua volontà .
Io lo so: una fede certa, un’obbedienza cieca, un dio la cui volontà riesce a essere fissata su pagine incancellabili e intoccabili è la panacea dell’anima, è davvero un oppiaceo appagante. Ma quel dio non è il Dio nel quale Gesù ci ha chiesto di battezzare, non è la buona notizia che ci ha chiesto di diffondere.
Dire Trinità , credere nella Trinità , impegnare la vita perché altri possano arrivare a volersi immergere, battezzare, nel nome di quel Padre, Figlio e Spirito significa coltivare la certezza di avere una voce nel cuore che ci dice, che mi dice: «Non trasformare il Vangelo in una bilancia sui cui piatti pesare donne e uomini, sii tu Vangelo, vita talmente libera, autentica e realizzata da convincere della pienezza che il Vangelo può donare. Non credere che basti alzare la voce per difendere la vita: sii tu ciò che permette alla vita di trovare un canale per esistere e diventare bella».
Credere nella Trinità è credere che il bello e il buono sta continuando ad accadere anche nelle pieghe più oscure di una storia che può non convincerci. Che c’è… non ce accorgiamo ancora?
Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com