Quando pensi a Dio che chiama, a cosa pensi? Come immagini possa accadere? Come pensi sia possibile ascoltare la sua voce? Dove?
Adesso prova a rispondere a queste domande dopo aver letto il Vangelo che la III domenica ci ripropone.
Ci troviamo davanti un Gesù che passa e chiama. E coloro che vengono chiamati non sono in un luogo particolare… non stanno facendo qualcosa di straordinario. Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni stanno semplicemente lavorando, null’altro. Stanno compiendo il quotidiano e ordinario dovere: rispetto a un padre, a una società, a un impegno assunto…
È in quel fare ordinario, fatto probabilmente di speranze (uscire per la pesca e tirare su un bel po’ di pesci), di delusioni (pescare inutilmente per tutta la notte), di rabbia (quando proprio sul più bello le reti cedono), di nuove ripartenze, che qualcosa di nuovo li raggiunge. E in quel fare ognuno di loro è concentrato. Quel fare non li chiude al nuovo. Quel fare non li rende ciechi e sordi: pur nel tran tran di ogni giorno riescono ad ascoltare, a lasciarsi mettere in gioco e cambiare. Più di tutto: riescono a lasciare!
Quella voce che li raggiunge, quel nuovo che si propone a loro, umanamente non ha nulla da offrire se non instabilità, cambiamento anche radicale, futuro. Nulla di più… Eppure…
Ecco, passano i secoli, i millenni, ma Dio non cambia stile. Ci chiama passando, entrando con estrema naturalezza nelle nostre giornate, nelle cose che ci impegnano, nelle preoccupazioni, nelle delusioni, nella fatica, nei sacrifici, nei progetti. Non permettiamo a nulla di distrarci. Non permettiamo a regole e luoghi di dirci dove trovare Dio. Oggi, in una telefonata, in un messaggio improvviso, in uno sguardo, in una mano tesa quella voce, quel nuovo può chiamare anche ognuno di noi, può raggiungerci, può metterci davanti a una scelta da compiere.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Vieni, Signore, chiama
La tua voce, Signore Gesù,
ci raggiunge qui e ora,
esattamente dove siamo,
a prescindere da ciò che stiamo facendo.
E questa imprevedibilità è stupore e terrore.
Abbiamo paura di non riconoscerti,
ma ci riempie il cuore sapere che nulla
ti impedirà di raggiungerci.
Grazie, Maestro instancabile:
vieni, chiama, tiraci fuori dall’abitudine,
proponici quel nuovo
che può renderci nuovi! Amen.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.comCANALE YOUTUBEPAGINA FACEBOOK