Un elenco di frasi intense da cui, in tempi di intelligenza artificiale, sarebbe facile ricavare degli efficacissimi meme, ecco che cosa oggi ci offre il brano del Vangelo e la Prima lettura. Ma davvero possiamo limitarci solo a questo? Perchรฉ lโevangelista Luca li ha raccolti? Cโรจ un nesso tra questi adagi?
Dipende. E dipende da noi.
Sottolineo un passaggio che si puรฒ ricavare sia prima che dopo i versetti proposti oggi dalla liturgia. Queste frasi Gesรน le rivolge a chi sta ascoltando. Ed รจ una premessa importante. Il Vangelo oggi non ci racconta parabole, non ci fa entrare in qualche opera di potenza di Gesรน. ร come un rotolo che aprendosi ci affida suggerimenti di vita, preziosi consigli, ci strizza lโocchiolino indicando orizzonti al di lร delle nostre possibilitร .
Quindi la prima domanda da farci รจ: siamo disposti ad ascoltare? Siamo disposti a farci penetrare dalla sua parola? A lasciarci mettere seriamente a nudo, di fronte a noi stessi, alle emozioni che ci attraversano, ai mondi che ci vivono dentro, alle scelte abituali che quasi senza accorgercene facciamo?
Se siamo disposti ad ascoltare allora queste indicazioni sono per noi.
Entriamoci con il cuore!
Di fronte a noi un cieco, anzi due. E speriamo che nessuno dei due prenda lโiniziativa di guidare lโaltro. Un uomo con una pagliuzza nellโocchio e un altro con una trave. E anche per loro dobbiamo ammettere qualche problema di vista. E poi alberi da frutto e uomini alle prese con il proprio cuore.
- Pubblicitร -
Ma Gesรน parla a chi sta ascoltando, e allora loro siamo noi. Noi e il nostro mondo interiore fatto di cecitร , di travi e pagliuzze, di improvvisazione e superficialitร , di frutti buoni e frutti cattivi, di parole che sono lโesatto riflesso, o irradiazione di quanto il cuore custodisce.
E alloraโฆ quanta consapevolezza abbiamo di quel mondo che si muove dentro di noi a volte nostro malgrado? Sรฌ, certamente, alimentiamo il nostro cuore con Parola di Dio e preghiera, ma quante volte le nostre parole e i nostri gesti sono carichi di veleno che uccide, o di lame che ferisconoโฆ nostro malgrado.
Lo ripeto, a voi e a me stessa: quanta consapevolezza abbiamo di quel mondo che si muove dentro di noi?
Perchรฉ forse รจ lรฌ che Gesรน, il Maestro, ci sta portando. Lรฌ, sulla soglia della nostra prismatica interioritร , in cui luci e ombre si fondono, nostro malgrado.
Ma come possiamo diventare consapevoli di ciรฒ che siamo e che viviamo? Forse il segreto sta proprio nel versetto 40, che sembra lโunico momento di tutto il brano in cui il ritmo degli adagi si interrompe.
Il discepolo รจ chiamato a stare alla scuola del maestro e a imparare da lui. E come impariamo?
Impariamo ascoltando, riempiendo non le labbra di parole, fossero pure le piรน sante, ma riempiendo il cuore di Parola, quella di Dio, quella che penetrando ci cambia, ci crea, fa di noi una nuova creazione.
Lasciamo che sia la Parola a liberare i nostri occhi, a essere il tesoro che permette alla vita di attraversarci e renderci alberi buoni, che danno frutti buoni.
Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com