Sr. Mariangela Tassielli – Commento al Vangelo di domenica 19 Marzo 2023 per bambini/ragazzi

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L’audacia di non accontentarsi

Nel tempo penitenziale che caratterizza la Quaresima splendono in questa IV domenica significative scintille di gioia. Adesso qualcuno mi dirà: «Letizia, sr Mariangela. Siamo in Quaresima… gioia è troppo!». E perché mai è troppo? Di gioia ci parla l’antifona di ingresso. E l’antifona di ingresso – lo sappiamo – dà sempre il tono a tutta la celebrazione. Quindi: gioia! Auguriamoci reciprocamente di poterla sperimentare, di poterla vivere nel più profondo del nostro cuore. Auguriamoci di poterla desiderare… poiché in molti hanno messo la gioia nella categoria delle cose impossibili. Una gioia fondata, una gioia motivata e consapevole, non superficiale.

La fonte della nostra gioia è la Pasqua.

È la risurrezione del Dio che si è lasciato crocifiggere per amore che ci abilita a provare gioia, che ci autorizza a desiderarla.
La gioia non è possibile solo quando qualcosa ci va particolarmente bene; e non è impossibile quando tutto attorno a noi e in noi sembra franare.

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Esiste qualcosa di più profondo che nasce dalla consapevolezza di essere amati, di essere preziosi, di essere importanti per qualcuno; e questo qualcuno per noi è il Signore della vita, il Dio delle promesse, il Nazareno morto e risorto.

Le letture di questa domenica laetare ci svelano un singolare volto di Dio: ce lo fanno contemplare come colui i cui progetti poco si sposano con i nostri. Nella prima lettura leggiamo di un profeta inviato a consacrare re un giovanissimo pastore. Un profeta certamente stravolto da quelle parole divine che gli dicono quanto sbagliati siano i suoi criteri di scelta quando i suoi occhi si poggiano sul più grande e forte: «Non guardare al suo aspetto… Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo… il Signore vede il cuore». E così Samuele fortemente orientato dalle parole di Dio consacra non il più grande, ma il più piccolo. È una storia, questa, che si ripeterà più e più volte. E pur facendo le debite differenze è la stessa storia che vediamo accadere tra Gesù e l’uomo nato cieco.

Maestri della Legge, anziani, capi del popolo, il popolo stesso, restano tutti fortemente interdetti di fronte a quell’opera straordinaria avvenuta nei confronti di chi è palesemente fuori da ogni retta via e per giunta in giorno di sabato. Anche in questo caso la potenza di Dio si rivolge verso un escluso, un non considerato, un “fatto fuori”.

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E poi, Dio stesso… chi sceglie di essere? E come sceglie di finire? Un uomo errante, preso per lo più per matto se non per bestemmiatore, condannato e crocifisso.

Eppure… proprio tutto questo ci fa dire che la gioia è possibile. Sapere di avere a che fare con un Dio illogico (rispetto alle nostre logiche) ci permette di credere nella possibilità di una vita straordinaria. Sapere di essere amati, voluti, creati, salvati dal Dio ultimo ed escluso, ci dice che per tutti noi c’è una possibilità concreta e reale di svoltare. E svoltare davvero!

Vogliamo provare a crederci? Provarci! Semplicemente provare a fidarci di colui che davvero può portare luce nella nostra vita, amore nelle nostre solitudini, speranza nelle nostre fatiche, fiducia nelle nostre delusioni.

Proviamo a tirarci fuori da noi stessi?

La Pasqua è vicina. Proviamo a lasciarci invadere dalla Luce? Gli consentiamo di capovolgerci? Dio non misura, non è misura. Lui è sovrabbondanza!

Leggi la preghiera per questa domenica.

FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com

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