Gesù, nel brano dell’evangelista Marco, sembra deciso e diretto: «I governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi li opprimono. Tra voi però non è così!». Tra voi che io ho scelto, tra voi che mi venite dietro ogni giorno, tra voi a cui ho affidato i miei gesti e le mie parole. Tra voi «chi vuol diventare grande si farà servitore e chi vuole essere il primo sarà schiavo».
E quel tra voi, oggi per noi, diventa per noi: per noi che ci diciamo cristiani, per noi che abbiamo confermato il battesimo con un’adesione consapevole al Vangelo, per noi che popoliamo le chiese, per noi che crediamo di aver messo Dio in un posto importante della nostra vita. Per noi valgono le stesse identiche e lapidarie parole: servire gli altri attorno a noi fino a diventarne schiavi. E più sono alte le nostre aspirazioni, più il servizio diventa impegnativo, fino all’offerta della vita. E servizio è essere scomodati. Servizio è mettersi in gioco anche quando vorremmo defilarci. Servizio non è poesia.
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È stanchezza, timore di non farcela, solitudine, incomprensione. Allo schiavo nessuno batte le mani. Nessuno dice grazie. Ecco, per quanto sembra duro, è su questo che dobbiamo lavorare: sulla purezza delle intenzioni che ci muovo. Perché sempre dietro al servizio si può nascondere il bisogno di emergere. Già… per quanto può sembrarci assurdo può accadere. E può accadere anche in noi. Come lo scopriamo? Con poche semplici domande da rivolgere a noi stessi, non quando va tutto bene, ma quando sentiamo che nessuno ci abbia degnato neppure di un grazie: «Perché ti arrabbi? Perché ci resti male? Cosa ti aspettavi davvero? Perché hai scelto di servire? Chi è davvero il tuo modello?».
E se il modello è Gesù di Nazaret e il perché sta nell’amore che ci ha insegnato a vivere, allora non resta che insegnare al nostro cuore a vivere nella gratuità, propria di chi serve, sapendo di non dover ricevere nulla, forse neppure un semplice grazie.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Insegnaci a servire
Signore Gesù,
siamo figli del nostro tempo anche noi,
figli di un mondo che ci insegna
a dire la nostra imponendola,
figli di una società che ci chiede
di imparare a prevalere.
E spesso dimentichiamo di essere
figli tuoi, eredi del Regno, del cielo.
Insegnaci la differenza cristiana,
fatta di dono e di passione,
di servizio e di accoglienza.
Insegnaci il gusto del servizio.
Insegnaci a gareggiare nel bene,
nell’amore, nella gratuità.
Amen.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.comCANALE YOUTUBEPAGINA FACEBOOK