Colui che รจ Risorto รจ vivoโฆ
Oggi mi piace partire dalla fine. ยซCristo patirร e risorgerร dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccatiโฆ Di questo siete testimoniยป.
Cosรฌ si conclude lo stupendo brano di Vangelo di questa III domenica di Pasqua. I due discepoli sono appena tornati da Emmaus: gioia allo stato puro e cuore infuocato. E chissร quanta forza avranno avuto le loro paroleโฆ quanto saranno stati luminosi i loro occhi.
A Emmaus lo avevano incontrato. A Emmaus il Maestro aveva messo non solo un argine alla loro disperazione, ma incontrandoli, camminando con loro, spezzando per loro pane e Scritture li aveva riconsegnati alla vita, aveva capovolto ogni loro prospettiva, aveva fatto vedere loro il confine della morte e lโinfinito di Dio.
Lโevangelista Luca oggi, i due di Emmaus, ce li fa incontrare cosรฌ, nellโatto del narrareโฆ Ormai sembrano instancabili. Non piรน solo discepoli, ora sono anche testimoni. E si sa: chi ha qualcosa da dire, soprattutto se รจ qualcosa che gli ha cambiato la vita, non puรฒ tacere.
Ma diciamocelo pure: i discepoli e le discepole di Gesรน sono fortunati, perchรฉ alla parola di chi ha visto si unisce la presenza del Risorto. Leggiamo infatti: ยซGesรน in persona stette in mezzo a loroยป. Luca non risparmia i dettagli fisici, e non รจ un caso: Gesรน in persona, Gesรน che invita a toccare e guardare mani e piedi (dove visibilmente si possono vedere i segni della crocifissione), Gesรน che mangia davanti a loro. E tutto questo per dire a chi ascolta la Parola che no, non stiamo parlando di un fantasma, di una presenza dallโoltretomba, di una visione: cose queste in cui le comunitร a cui lโevangelista Luca scrive credevano e di cui riempivano i loro discorsi e che davano vita a superstizioniโฆ
Luca ha bisogno che i destinatari del suo Vangelo ascoltino e vadano oltre le immaginazioni visionarie, oltre le credenze. Vuole che chi ascolta creda, e creda nel Risorto, creda che Dio ha messo al muro la morte, creda che il Risorto ha spezzato i legacci del peccato, creda che Dio si รจ fatto incontro per renderci persone libere, creda di essere chiamato non a obbedire a un dio lontano da imbonire ma a conoscere, sentire, lasciarsi vivere dal Dio vicino.
Dio รจ lโirriducibile amante della vita, della nostra vita: per questo non puรฒ che amarci, non puรฒ che salvarci. Per questo Gesรน si รจ consegnato, per questo ha inchiodato alla sua croce il nostro peccato, per questo ha scelto di non liberarsi nรฉ dalla croce nรฉ dalla morte: perchรฉ ci fosse chiaro che noi, proprio noi, con i nostri limiti, con il nostro tempo non infinito, con la nostra storia precaria e spesso colpevole siamo gli amati per i quali ha dato se stesso.
Quando la bellezza travolgente di questo dono riuscirร a convertici al Dio di Gesรน?
Quando riuscirร a convertirci alle sue logiche?
Quando la nostra fede diventerร ponte verso la libertร ?
Quando sapremo farci carico di tutto quello che ci circonda proprio perchรฉ crediamo nel Vangelo?
Dal Golgota in poi abbiamo un Paraclito, un difensore, uno che โ presso Dio โ continua a stare dalla nostra parte e a fare il tifo per noi: รจ Gesรน!
Ma quando noi, stanchi di restare attorcigliati nel nostro piccolo mondo fatto di preoccupazioni solo nostre, inizieremo a fare โ presso Dio โ il tifo per gli altri? A divenire Vangelo, risurrezione, vita irriducibile per chi ci vive accanto?
Questa settimana proviamo ogni giorno a trovare un momento per pregare il Salmo 4, che la liturgia oggi ci ha proposto come salmo responsoriale: sarร la nostra forza e le radici della nostra fiducia.
Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com
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