Spunti sull’intervista di Benedetto XVI al Herder Korrespondenz

853

Importantissimo intervento di Benedetto XVI che di fatto sembra orientare ad un traboccamento dallo spiritualismo, dal razionalismo, dal pragmatismo:
https://cercogesu.altervista.org/katholish-de-benedetto-xvi-non-pragmatismo-non-spiritualismo-ma-cuore-e-spirito/

Ratzinger aveva forse una minore consapevolezza dell’accompagnare a misura, ben al di là degli schemi, di Gesù.
Gesu all’adultera che volevano lapidare non comunica che la perdona e di non peccare più per rispettare meccanicamente la legge ma le fa un dono di grazia al momento opportuno. Non è una risposta astratta, uguale per tutti.
Alla samaritana dai cinque mariti non dice la stessa cosa ma le chiede un sorso di acqua. Ossia approccia quella donna nel bello che aveva maturato, accogliere anche il nemico, ed in un cammino personalissimo l’accompagna verso la maturità affettiva.
Gesu sembra donare l’eucaristia a Giuda e la porge ai discepoli di Emmaus che solo allora aprono gli occhi…

Non per nulla Ratzinger pensava ad un resto di fedeli in un mondo miscredente piuttosto che come Gesù alla messe che invece è molta e va guardata con comprensione, anche se è bene riconoscere la differenza tra lo sguardo di fede e quelli meramente terreni. Francesco invece vuole l’incontro ma per certi aspetti teme o considera meno lo sviluppo, nei tempi e nei modi adeguati, delle identità, senza il quale l’incontro è mera omologazione…

Ratzinger fuggiva in varia misura il razionalismo nello spiritualismo, Francesco lo fugge nel pragmatismo. Ma entrambi fino ad oggi avevano come riferimento la cultura razionalista. Ragione astratta, anima, resto pratico-emozionale della persona umana: razionalismo, spiritualismo, pragmatismo. L’intervista concessa da Ratzinger alla Herder Korrespondenz registra molte possibili novità: più attenzione all’umano senza perdere anzi proprio in una più autentica spiritualità, non parlare di ragione allargata ma di cuore e Spirito…

Una Chiesa famiglia

Ho scoperto sul campo che quando marito e moglie, al di là di normali nervosismi, contrasti, alla fine cercano di accettarsi andando oltre le divergenze, i figli possono tendere a cogliere il buono di entrambi. Se le divergenze diventano disprezzo i figli vengono orientati a seguire pregi e difetti di un solo genitore. Nel primo caso li vedono, al di là dei limiti, come una sola carne. E i genitori cristiani possono nel tempo scoprire l’efficacia del dono della fiducia nel disegno (autentico) di Dio.

Anche nella Chiesa possiamo riscontrare orientamenti differenti, che qui estremizzo per farli comprendere: intellettualismo e conseguenti astrazioni, ricerca della societas christiana; spiritualismo, ricerca di un resto di puri e duri; fuggendo da tali problematiche pragmatismo, per esempio giusto incontro, ma senza grande attenzione  allo sviluppo, nei modi e nei tempi adeguati, anche delle identità. Allora rischio omologazione, che fa comodo a chi vuole svuotare la gente. Allo stesso modo dell’identitarismo, dello spiritualismo, chiusi in sé.

Sono i tre riduttivismi del razionalismo: se ci si basa su una ragione astratta resta poi un’anima disincarnata e un residuo emozionale, pratico, della vita quotidiana.

Orientamenti forse sperimentabili come provvidenziali, perché si interpellano l’un l’altro.

Se si cerca di accettarsi, di dialogare, di dare un prudente spazio al pluralismo anche nella cultura, i fedeli si possono più facilmente sentire da tutto ciò portati a cercare una spiritualità (dallo spiritualismo) semplice in cammino sereno, personalissimo, ben al di là degli schemi (dal pragmatismo), verso e grazie ai riferimenti della fede (dall’intellettualismo, identitarismo astratto). Crescendo nella Chiesa e imparando da ogni uomo. Entrando in contatto col proprio cuore semplice nella luce serena. E così sulla propria via ogni uomo.

Può nascere gradualmente nella storia una speranza nuova che rinnova il mondo a tutto campo. La libera, semplice, crescita di ciascuno, nella Luce che lo illumina, anche nello scambio con gli altri. Nei modi e nei tempi adeguati fin dalla scuola. Il cammino pure verso una più viva, autentica, democrazia.

L’apertura di Benedetto XVI e l’ostinazione razionalista

Il razionalismo ingabbia l’uomo in una parte riduttiva e, così considerata, distorcente di sé, quella di un’astratta logica. Ne consegue una chiusura nei propri ragionamenti, fossero anche quelli più apparentemente innovativi. Si può per esempio parlare di sinodalità ma a patto che tutti la pensino come voluto da qualcuno. È impressionante vedere come anche certe guide spirituali sembra non aggiustino mai il tiro, ascoltino solo sé stesse. Colpisce allora vedere il novantaquattrenne Benedetto XVI nella sua intervista alla Heder Korrespondenz proporre in modo che può apparire ulteriormente rinnovato il superamento del razionalismo e proprio grazie a questa apertura del cuore alla luce.

A cura di don Paolo Centofanti