Spiegazione della Domenica delle Palme

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In Oriente, a Gerusalemme, si ricordava l’ingresso dì Gesù nella città e lo si riviveva attraverso una processione che dal Monte degli ulivi scendeva fino al S. Sepolcro, al luogo della risurrezione. Da Gerusalemme questa processione si è, successivamente, diffusa in tutta la Chiesa orientale.

A Roma, nella stessa epoca, la domenica che precedeva il Triduo pasquale era caratterizzata dalla lettura della Passione.

Se, ora, andiamo a leggere cosa scrive il Messale romano di questa festa, vi troviamo un doppio titolo: «Dominica in palmis seu De passioni Domini». È la testimonianza che nella Chiesa di Roma le due tradizioni (Gerusalemme e Roma) si sono successivamente fuse in un unico rito.

La celebrazione di questa domenica è composta di due momenti ben distinti:

  • la commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme e
  • la celebrazione dell’Eucaristia con la lettura della Passione del

Dalla Gerusalemme terrestre alla Gerusalemme del cielo

In tutti e quattro i Vangeli la vita di Gesù è presentata come un cammino verso Gerusalemme, la città di Dio, dove il Messia dovrà portare a compimento la sua missione su questa terra.

Gerusalemme non è semplicemente un luogo geografico: è il simbolo della nuova città di Dio che è la sua Chiesa, la quale a sua volta è segno e caparra dell’eterna città del cielo, costituita da tutti coloro che avranno accolto Cristo e il suo Vangelo, da tutti coloro che avranno saputo seguire l’agnello di Dio già su questa terra, partecipando alle sue sofferenze per fare della propria vita un’offerta d’amore.

Questa fede della Chiesa è cantata in particolare dal libro dell’Apocalisse, specialmente negli ultimi due capitoli, a conclusione di tutta la Scrittura, come ultimo e luminoso messaggio di Dio:

«E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono e diceva: Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio-con-loro, il loro Dio» (Ap 21,2-4).

Alla luce di questo messaggio che ci viene dalla Scrittura, la celebrazione della Domenica delle Palme diventa una precisa professione di fede nei confronti di questa nostra esistenza terrena quale itinerario verso la Gerusalemme del cielo.

È questo il significato profondo della processione nella domenica delle Palme.

Essa esprime l’ingresso trionfale del Risorto in quella città che è simbolo della Gerusalemme del cielo. Un ingresso che il Risorto non fa da solo ma con i suoi discepoli, cioè con quanti, ieri come oggi, lo riconoscono come il Messia, Colui che viene nel nome del Signore.

La processione esprime il cammino della Chiesa oggi sulle orme del Cristo crocifisso e risorto. Questa processione si svolge servendosi dell’ulivo (palma). Al rito della processione fa seguito una Messa che non ha nulla di particolare se non la lettura della Passione.

Attraverso questi due elementi (processione e lettura della Passione) la celebrazione delle Palme ci aiuta ad entrare nel modo migliore nella Pasqua.

È importante ricordare che il racconto della Passione, all’inizio, costituiva tutto il Vangelo. Ed è sempre stato chiamato Vangelo, cioè lieta notizia.

Questo significa che dobbiamo leggere nella Passione una notizia di gioia, anzi ‘la’ notizia che dà gioia. Solo che si tratta di una gioia che ci arriva attraverso una via paradossale: la croce. Ma sta proprio qui il cuore della nostra fede. Il racconto della Passione sottolinea il fatto che Cristo ottiene la vittoria attraverso la sofferenza e la morte.

Celebriamo quindi già una vittoria, celebriamo già la Pasqua: il colore liturgico è il rosso, il colore che ricorda la morte del martire e la sua vittoria. Le palme e i rami d’ulivo sono da sempre segni popolari di vittoria. Si cammina dietro la croce agitando i rami di ulivo.

La processione è quindi una plastica professione di fede attraverso la quale noi affermiamo che la strada della croce è la strada della vittoria, della vita. E noi vogliamo camminare dietro a Cristo per questa strada.

Mons. Pierangelo Ruaro

Parte della conferenza sul Triduo Pasquale tenuta  ll’Assemblea USMI di Vicenza il 17 gennaio 2016.