Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2025: Un Cammino di Speranza

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Ogni anno, dal 18 al 25 gennaio, le Chiese cristiane di tutto il mondo si uniscono in un’iniziativa straordinaria: la settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Questo periodo è dedicato alla riflessione, alla preghiera e all’impegno comune per abbattere le barriere che, nei secoli, hanno diviso le diverse confessioni cristiane.

L’idea di questa settimana nacque agli inizi del XX secolo, quando alcuni leader cristiani iniziarono a sentire l’urgenza di lavorare per la riconciliazione tra le diverse Chiese. Da allora, questo appuntamento è diventato un simbolo di speranza e collaborazione tra cattolici, ortodossi, protestanti e altre tradizioni cristiane.

Il significato profondo di questa settimana oggi

In un mondo sempre più frammentato, la settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani assume un significato ancora più forte. Non si tratta solo di abbattere muri storici e teologici, ma di dimostrare che è possibile vivere nella diversità senza smarrire l’unità. Pregare insieme è un gesto potente che testimonia il desiderio di costruire ponti, non solo tra le Chiese, ma anche all’interno della società.

L’unità per cui si prega non è uniformità: ogni tradizione conserva i suoi carismi, le sue liturgie e la sua identità. L’obiettivo è piuttosto quello di ritrovare una comunione profonda basata su ciò che unisce i cristiani, ovvero la fede in Gesù Cristo, il suo messaggio di amore e il battesimo.

I temi annuali: un invito alla riflessione e all’azione

Ogni anno, la settimana di Preghiera si sviluppa attorno a un tema scelto da una commissione internazionale. Per il 2025 il tema è: “Credi tu questo?”, basato sul dialogo tra Gesù e Marta in Giovanni 11,26, e sottolinea l’importanza del Credo di Nicea come espressione della fede cristiana comune.

Questa domanda, dunque, posta da Gesù a Marta, invita i cristiani a riflettere sulla profondità della propria fede e sulla comune professione di fede contenuta nel Credo di Nicea, un pilastro fondamentale della tradizione cristiana.

Un tema che unisce nella fede comune

Il dialogo tra Gesù e Marta si svolge nel momento drammatico della morte di Lazzaro, quando Marta confessa la sua fede nella resurrezione e riconosce Gesù come “il Cristo, il Figlio di Dio”. Questa professione di fede diventa il cuore della settimana di Preghiera 2025, sottolineando la centralità del Credo di Nicea, che, nonostante le divisioni storiche, rappresenta un’espressione condivisa della fede cristiana nelle diverse confessioni.

Il Credo, nato durante il Concilio di Nicea nel 325 d.C., è una dichiarazione che ancora oggi accomuna cattolici, ortodossi e molte denominazioni protestanti. Riflettere su questa professione di fede comune significa riconoscere le fondamenta che uniscono i cristiani e riaffermare la speranza in Cristo come sorgente di vita nuova.

Un invito alla fede viva

La domanda di Gesù, “Credi tu questo?”, non è solo una questione teologica, ma un invito personale a riscoprire il cuore della fede. Durante questa settimana, le comunità cristiane di tutto il mondo sono chiamate non solo a pregare per l’unità, ma anche a confrontarsi con il significato di questa fede vissuta. Che cosa significa oggi credere nella resurrezione, nell’amore salvifico di Dio e nel dono della comunione tra i cristiani?

La forza della preghiera condivisa

Come ogni anno, la settimana di Preghiera sarà caratterizzata da celebrazioni ecumeniche, durante le quali i cristiani di diverse tradizioni si riuniranno per pregare, riflettere e leggere insieme le Scritture. Il tema del 2025, dunque, offre un’opportunità unica per meditare sulla forza del Credo, non solo come formula liturgica, ma come fondamento spirituale e segno di unità nella diversità.

Il Credo come ponte tra le Chiese

Il riferimento al Credo di Nicea ricorda che, nonostante le divisioni storiche tra le Chiese, esiste un terreno comune su cui costruire il dialogo ecumenico. Confessare insieme la fede in Cristo, vero Dio e vero uomo, morto e risorto per la salvezza dell’umanità, significa testimoniare al mondo la speranza cristiana e la possibilità di superare le divisioni.

Un cammino di speranza per il futuro

La settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2025 non è solo un evento religioso, ma un segno profetico per il nostro tempo. In un mondo spesso segnato da conflitti e separazioni, pregare e dialogare per l’unità diventa un atto di speranza concreta. La domanda di Gesù a Marta riecheggia anche oggi, chiamando ogni credente a rispondere con fede e impegno: “Credi tu questo?”.

Questo tema ci ricorda che l’unità dei cristiani non è solo un ideale, ma una responsabilità condivisa. Essa nasce dalla preghiera, dal dialogo e dall’azione comune, nella consapevolezza che ciò che unisce i cristiani – la fede in Cristo – è infinitamente più grande di ciò che li divide.

La settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2025 ci invita dunque a riscoprire il cuore della nostra fede e a lasciarci trasformare dal messaggio di vita e di speranza contenuto nel Vangelo, perché solo uniti possiamo testimoniare al mondo la forza dell’amore di Dio.

Un cammino ancora aperto

L’unità dei cristiani non è ancora pienamente raggiunta, ma la settimana di Preghiera ci ricorda che è un obiettivo possibile. Richiede dialogo, pazienza e apertura reciproca, ma soprattutto la convinzione che l’amore di Dio supera ogni divisione umana.

In un’epoca in cui le tensioni e i conflitti sembrano prevalere, pregare e lavorare per l’unità non è solo un dovere religioso, ma un servizio al mondo intero. È un modo per testimoniare che la riconciliazione è possibile e che, insieme, si può costruire una realtà migliore, dove le differenze non separano, ma arricchiscono.

Questa settimana, dunque, non è solo un invito alla preghiera, ma un’occasione per riflettere su come ciascuno di noi possa contribuire, nel quotidiano, a essere artigiano di unità e pace.

Don Lucio D’Abbaccio – Fonte